In assenza di regolamenti i produttori utilizzano aromi per ammorbidire il gusto del tabacco sfuso, soprattutto nelle versioni aromatizzate che coprono il carattere inizialmente un po' sgradevole del fumo. L’inaspettato ingrediente rende più attraente la sigaretta anche per i giovanissimi favorendo il passaggio dal sapore delle caramelle al fumo. Lo denunciano due organizzazione francesi, il Comitato nazionale contro il fumo (CTSC) ed il mensile '60 milioni di consumatori' che hanno promosso un'indagine ad hoc secondo la quale nel tabacco sfuso le sostanze per addolcire arrivano al 10% ed al 37% in quello sfuso per narghilè.
L’analisi condotte in laboratorio hanno interessato venti prodotti in questione, in particolare sono state valutate 7 tipi di sigarette in pacchetto che rispettano i limiti e i divieti previsti in Francia, sia nel contenuto che nella carta. Diversa la situazione per il tabacco da pipa e da sigaretta, che contengono anche quantità elevate di aromi come la vaniglia o il mentolo, molto apprezzato dalle fumatrici. Secondo le associazione dei consumatori occorre “vietare tutti i tipi di aromi che rendono più attraenti i prodotti” e “una maggiore trasparenza nelle etichette”: oggi il consumatore è “più informato sugli ingredienti di uno yogurt che sulle sostanze nocive contenute nel tabacco”.
Secondo Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”l'obiettivo è quello di sedurre i bambini a sostituire la caramella con la sigaretta per poi assuefare i soggetti al consumo del tabacco classico. A rischio questi adolescenti che l'industria del tabacco cerca di reclutare per fare profitti ed arricchire ancora di più i signori delle multinazionali.
A questo punto i dati mostrano la necessità di una regolamentazione che riguardi tutti i prodotti del tabacco per colmare il vuoto giuridico, non solo dunque per le sigarette in pacchetto. L’indagine ha acclarato: più lo zucchero o il sapore è maggiore, più è alto il potere di attrazione del prodotto, maggiore il rischio di dipendenza per i giovani che iniziano a fumare molto presto. Infatti, in sede di valutazione del rischio, è emerso che la soglia dei giovani fumatori è abbassata all'età di 12 anni.