Stiamo ballando sul ponte del Titanic. Se le cose continuano così, i nostri figli si chiederanno in futuro cosa facevamo noi mentre la nave andava a picco. Anche stamattina le cifre della borsa sono il bollettino di una guerra che stiamo perdendo, e ancora ieri lo spread, a 400 punti, era descritto come insopportabile. Oggi siamo a quota 437.
La borsa crolla, la disoccupazione ha ricominciato a galoppare, il Pil procede con passo di lumaca e presto si fermerà del tutto. I commentatori di tutto il mondo, di destra, di sinistra e di centro, spiegano ogni giorno che questa valanga In Italia non si fermerà fino a che non ci sarà un esecutivo di cui i mercati possano fidarsi. Cioè il contrario di quello che c'è adesso. Il presidente del Consiglio, invece di mostrare in extremis un po' di responsabilità, se la prende con coloro che protestano, e pur di non andarsene è pronto a far affondare il Paese intero. In questa situazione, l'opposizione non può restare ferma ad aspettare sulla riva del fiume che passi il cadavere del governo. Dobbiamo darci una mossa rapidamente. E’ inutile continuare a scannarci su chi debba fare il premier. Dobbiamo metterci tutti a disposizione con spirito di servizio, pensando a costruire un programma di coalizione in pochi punti, ma condiviso e senza riserve mentali.
C’è bisogno di lavorare per ritrovare un po’ di fiducia da parte dei cittadini italiani che ormai stanno cominciando a non poterne più di quanti fanno politica, che siano di destra o di sinistra. E’ d’obbligo ritrovare l’unità e il gioco di squadra. Non è più il tempo, invece, di fare le ‘prime donne’. Se proprio si devono fare le primarie, facciamole subito con regole chiare e massima trasparenza. A patto, però, che servano a ricostruire un percorso di fiducia con i cittadini-elettori, e non a demoralizzarli ancora di più, con i continui nostri battibecchi, come quelli a cui abbiamo assistito in questi giorni a Firenze (o come è successo di recente in Molise, dove addirittura il centrosinistra prima ha fatto le primarie e poi il candidato che le ha perse ha fatto campagna elettorale contro quello che le ha vinte, tanto che poi il centrosinistra ha perso le elezioni per meno di mille voti!).
Insomma delle due l’una: o le primarie devono svolgersi all’insegna del massimo rispetto e considerazione fra i concorrenti e con l’impegno che comunque poi lavoreremo ‘uno per tutti e tutti per uno’ oppure tanto vale affidare a chi ha più chance la candidatura a premier. In quest’ultimo caso io e tutti noi di IdV siamo anche pronti a fare un passo indietro ed appoggiare quella candidatura che alle altre forze politiche della coalizione risulterà più gradita.
Come dicevo all’inizio, il Titanic sta affondando e non è il più momento dei personalismi ma della costruzione di una casa comune. Restarsene con le mani in mano, o continuare a cincischiare su chi deve fare il candidato premier, farebbe ricadere anche su di noi la responsabilità del disastro.
Orsù dunque, basta con le saccenterie e gli isterismi. Scegliamo da subito, con o senza primarie, il nostro candidato premier e sottoscriviamo un programma condiviso. Io ci sto.
Postato da Antonio Di Pietro