Il cattivo maestro

Se solo avesse un minimo senso di responsabilità, il ministro Sacconi avrebbe quantomeno chiesto scusa, avrebbe sentito il dovere di correggere il tiro. Evocare lo spettro del terrorismo in un momento di così forte tensione sociale solo per disinnescare la discussione sui licenziamenti facili e delegittimare il dissenso alla sciagurata politica economica del governo è infatti un trucco meschino, un’operazione altamente pericolosa che rimanda a certi anni bui della prima Repubblica.

Da cattivo e incorreggibile maestro qual è, però, Sacconi non solo non ha corretto il tiro ma anzi, a freddo, ha pure rincarato la dose, parlando di ‘nuclei organizzati che operano clandestinamente per trasformare il disagio in rivolta’, di ‘terroristi e violenti organizzati allevati nelle nostre scuole, nelle nostre università, nelle nostre case’.

Parole gravi e inopportune, subito smentite dai servizi di sicurezza, usate come armi di distrazione di massa per spostare l’attenzione dell’opinione pubblica, per screditare la risposta dei lavoratori e dei sindacati al tentativo insensato del governo di spacciare i licenziamenti facili come soluzione alla crisi. Affermazioni sconcertanti studiate per confondere le acque ed evitare che si parli dell’incapacità del governo a trovare risposte adeguate all’emergenza disoccupazione, al disastro economico in cui ha fatto precipitare l’Italia, al fortissimo disagio sociale che attraversa il Paese.

Sacconi gioca sporco, e non è la prima volta, agitando vecchi e mai dimenticati fantasmi solo per tappare la bocca alle parti sociali e ai lavoratori nel dibattito sulla delicatissima questione lavoro. Alza irresponsabilmente il tiro e così mina la pace sociale, intacca la credibilità delle isituzioni. Se ha notizie certe, se ha elementi concreti a sostegno di quello che dice, si rivolga subito alla magistratura e al ministro dell’Interno, quindi venga a riferire in Parlamento, in modo che siano prese immediatamente le necessarie contromisure. Diversamente stia zitto, eviti di gettare benzina sul fuoco con dichiarazioni incendiarie. L’Italia non ha bisogno di un altro cattivo maestro.

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