Salgono i casi del contagio da febbre del West Nile (o virus del Nilo occidentale) in Italia. Ai 10 casi rilevati nelle settimane scorse se ne sono aggiunti tre degli ultimi giorni. Lo rende noto Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”.
L’Ue ha confermato 89 casi di febbre West Nile umana nei paesi dell’Unione, di cui 66 casi in Grecia, 13 casi in Italia di cui 1 a Belluno, 1 in Provincia di Olbia, 3 in Provincia di Oristano, 6 in Provincia di Treviso, 1 in Provincia di Venezia, 1 in Provincia di Pisa e 10 in Romania.
Nei paesi vicini, sono stati dichiarati 149 casi: 2 in Albania, 2 nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, 121 nella Federazione russa, 3 in Turchia e 21 in Israele.
Dall'ultimo aggiornamento del 13 ottobre, la Francia ha segnalato un caso di infezione neuroinvasive West Nile importato in seguito ad un viaggio in Grecia. La Prefettura di Aitoloakamania, un’area senza precedenti casi clinici, è stata identificata come il luogo di esposizione (informazioni dalla Grecia). Ulteriori informazioni sull'infezione West Nile in umani sono disponibili dall’Ellenica Center for Disease Control and Prevention. Ulteriori informazioni sull'infezione West Nile nella prefettura di Prevesa sono disponibili presso l' Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE).
L’Italia ha riferito confermando 2 nuovi casi di infezione neuroinvasive, uno da una nuova provincia, Olbia e l'altro da una provincia con precedenti casi clinici, Oristano. Ulteriori informazioni sull'infezione West Nile in equidi nelle province di Cagliari, Crotone, Gorizia, Messina, Matera, Oristano, Pordenone, Treviso, Udine e Venezia sono disponibili dall'OIE e dal bollettino dell'Istituto G. Caporale.
Nei paesi limitrofi, la Federazione russa ha riferito confermando 5 nuovi casi umani ad Astrakan (3 casi) e Voronezhskaya (2 casi) oltre un precedente caso.