Al voto, molto meglio se con una nuova legge elettorale

Ormai è evidente: Berlusconi e la sua maggioranza sono arrivati al capolinea. Tra leggi ad personam, provvedimenti canaglia (scudo fiscale), attacco ai diritti dei lavoratori, mancata lotta a corruzione ed evasione fiscale, aiuti a caste e cricche di ogni genere, ormai l’amico di Ruby rubacuori non ce la fa proprio più. Ore, giorni, settimane, qualche mese, la legislatura sta terminando.

Proprio quello che l’Idv, prima fra tutte le forze politiche di opposizione, va dicendo da almeno un anno.

Da questo blog, da Facebook, dagli altri social Network molti di voi mi hanno quasi “intimato”: CON IL PORCELLUM NON SI VOTA, cambiamo la legge elettorale.

Ma in Parlamento uno schieramento in gradi di trovare nuove regole non si trova. Ed allora insieme ad alcuni autorevoli politici, costituzionalisti ed esponenti della Corte costituzionale e della società civile, l’Idv ha giocato d’azzardo l’unica partita in condizione di scuotere l’acqua stagnante del Parlamento. Il referendum. 1.200.000 italiani hanno fatto la fila per firmare, mandando un segnale forte e chiaro alla classe politica. Adesso attendiamo quello che dirà la Consulta. Se il referendum, come è possibile, avrà il via libera, tra il 15 aprile e il 15 giugno, cancelleremo la legge porcata di Calderoli, come abbiamo cancellato il nucleare, il legittimo impedimento, la privatizzazione dell’acqua. E nel 2013 andremo a votare con il Mattarellum che abbiamo sperimentato nel ’94, nel ’96 e nel 2001.

Qualcuno, storcendo il naso, afferma che la legge elettorale non si fa con il referendum. Può darsi. Ma se le Camere non si muovono, la parola passa ai cittadini, Nessuno può scandalizzarsi!

Per me, per l’Idv, va salvaguardato il bipolarismo: o di qua o di là, senza inciuci. So bene che i terzopolisti, che si trovano anche nel Partito Democratico, pensano ad un sistema che lasci le mani libere.

“Prendiamo i voti – dicono- e poi decidiamo con chi stare”.

No, amici miei, quando gli italiani votano,vogliono scegliere i loro parlamentari, conoscere programmi e leader, avere chiaro il perimetro delle alleanze. Confusione, pateracchi, accordi di potere sono giochini da politicanti. Ma il politichese, ormai, si parla solo nel Palazzo, i cittadini non lo gradiscono più.

Al voto dunque, molto meglio se con una nuova legge elettorale, per mandare a casa chi ruba il futuro dei nostri giovani.

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