Sul Fatto Quotidiano di oggi, 19 ottobre, ma da anni anche su Internet, leggo alcuni fatti (peraltro da me già scritti anche su “Politicamentecorretto” nei mesi scorsi) in relazione al curriculum di vari personaggi della politica che oggi che avrebbero l’ardire di governare il paese, addirittura condannando i recenti tragici fatti di Roma dopo che, in varia misura e modalità, ne sono stati brutali artefici pure loro.
Premesso che in Italia la politica del “doubleface” è ormai diventata una costante attraverso i vari cambia casacca, i venduti-comperati al miglior offerente, i faccendieri che attraverso la politica fanno i loro propri affari, i delinquenti con sentenze già passate in giudicato e quant’altro, essa politica infatti sembra ormai essere stata metabolizzata dal sistema nel senso che la gente, purtroppo, appare assuefatta e stanca di parlare delle stesse cose che ormai anche i sassi conoscono, io mi chiedo se devo aver paura dei vari Ghedini, Longo, Paniz (tra l’altro mio amico seppur diametralmente opposto al mio pensiero socio-politico, nonché compaesano) quando cito i seguenti fatti.
Ignazio La Russa, attuale Ministro della Repubblica, si può definire santo ? Gli Italiani si ricordano quando, nel 1973, a Milano, durante una manifestazione del Msi, non autorizzata dalla Questura, faceva parte di un corteo armato di molotov, pistole e mazze ferrate e che alcuni della banda lanciarono persino delle bombe a mano che ferirono un passante ed un milite della celere, lasciandolo a terra senza vita, tale Antonio Marino, poliziotto di appena 23 anni, mentre l’attuale Ministro, lì in prima fila, stava semplicemente a guardare ?
Gianni Alemanno, attuale Sindaco di Roma, è forse un altro santo ? Vi ricordate quando, insieme con il deputato Fabio Rampelli, finirono in carcere nel maggio del 1989, perché tentarono di bloccare il corteo presidenziale di Bush in visita al cimitero-sacrario degli americani, dopo grossi scontri con la polizia che poi li arrestò ? Ometto altri fatterelli…
Giuliano Ferrara, che dire di questo giornalista ex comunista, poi berlusconiano poi…poi…poi…, il quale, con bastoni in mano, a Valle Giulia, nella rivolta studentesca del 68, non si atteggiava certo a paladino della tranquillità ? E poi, vi ricordate quando nel 1977, insieme con altri compagni, scaricò da un furgone un fascio di manici di piccone da distribuire ai compagni per risolvere…”pacificamente” beghe fra Fgci, Lc ed Autonomia ?
Tutto ciò appare su Internet con tanto di foto !
Ovviamente, spazio e tempo, non mi consentono di rendere di pubblico dominio altri fatti di cronaca nera in capo ad altri personaggi che ambirebbero – ahimè – governare le persone oneste alle quali, a pieno titolo, mi sento di appartenere insieme con la stramaggioranza degli Italiani.
Il resto, e mi riferisco agli apici di questo governo, sia pur con sfaccettature diverse, non è meno consolante.
Detto ciò, e vengo al titolo, io mi chiedo sommessamente come certuni possano condannare strappandosi vesti e cappelli quando essi non sono stati dammeno quanto ad emulazione dei fatti tragici di Roma. “Se ne andrà fuori” , è la – non soltanto mia – domanda ricorrente ?
Ci vorrebbe pulizia in seno alla politica, bisognerebbe evitare che la politica si tramandi da padre in figlio, evitando che venga considerata alla stregua di un posto di lavoro a vita, come succede per farmacisti, notai ed altri corporativismi. Per fare questo è necessario uno screening capillare, fino al terzo grado compreso di parentela, a tutti coloro che si propongono di governare il paese. Ed in ciò, sono d’accordo al cento per cento con le condizioni che pongono un Antonio Di Pietro da una parte ed un Beppe Grillo dall’altra. Sia pur con i vari opinabili distinguo socio-politici del tutto in sott’ordine rispetto alla urgente e necessaria esigenza giudiziaria. Circostanza che oggi si impone più che mai. Anche e soprattutto a livelli alti, prima che questo andazzo criminale nella gestione della cosa pubblica dia spazio all’assuefazione e venga automaticamente metabolizzato da noi italiani !
Come se tutto fosse normale.
