On. Antonio Razzi (PT): Molti nemici, tanti onori. L’on. Antonio Borghesi giudica, crede, esprime opinioni al solo scopo di denigrare e basta

Roma, 14 ottobre 2011. L’on. Antonio Borghesi in forza all’IdV, da un articolo apparso su la Lettera43 del 13 u. s., vanta di essere il promotore del progetto di legge sull’abolizione del vitalizio ai parlamentari. Si ricorda che il provvedimento approdò alla Camera nel settembre del 2010 registrando una solenne bocciatura. Infatti, su 525 presenti, 520 votanti e 5 astenuti, i no furono 498, i sì 22 tutti parlamentari dell’IdV. All’epoca l’on. Razzi militava nelle file dell’IdV ed il suo voto in quella occasione fu in linea con la proposta. Le dichiarazioni dell’on. Borghesi si sono spinte a supporre, nel registratore del giornalista, che se l’on. Razzi si trovasse a rivotare quel provvedimento oggi che ha cambiato gruppo parlamentare, voterebbe sicuramente contro.

«Mi meraviglio- ha detto Razzi- che una persona del calibro intellettivo dell’on. Borghesi, si stia Di Pietrificando sempre di più abbandonandosi a considerazioni del tutto personali sul conto del sottoscritto senza essere autorizzato sparando illazioni. Probabilmente- ha proseguito – si sente investito a fare considerazioni sulle intenzioni dei suoi colleghi parlamentari, a prescindere. Diciamo che dietro le sue parole si nasconde malamente la volontà di denigrare il sottoscritto per il semplice fatto di aver abbandonato al suo destino, non lusinghiero, l’Italia dei Valori. Ma l’occasione mi è gradita a questo punto nel far notare che l’on. Antonio Borghesi era militante della Lega che lasciò nel 1998 per confluire nella Liga Veneta Repubblica. Alle elezioni del 2001 si candidò per le liste Di Pietro-Italia Italia dei Valori al Senato senza peraltro essere eletto nel collegio di Verona città. Ciò premesso al fine di ridimensionare gli accademici afflati severi dell’on. Borghesi quando decide inopinatamente di ergersi a censore, dimostro con fatti e non chiacchiere che oggi non voterebbe nulla di cui ha condiviso con quelli che prima erano colleghi di partito e che oggi sono i suoi avversari politici per antonomasia. Ma -conclude Razzi- chiedete per favore all’esimio collega perché non sottoscrisse il mio progetto di legge sull’abolizione dell’aspettativa, n. 3712 presentato il 16 settembre 2010 per quanti ricoprono cariche elettive istituzionali. Perché? Ma perché è comodissimo tenere un piede in due scarpe, fare il parlamentare ed allo stesso tempo conservare il posto di lavoro. L’aspirante parlamentare ci penserebbe due volte prima di candidarsi, il sottoscritto quando fu eletto alla Camera fu costretto a licenziarsi quando lavorava in fabbrica in Svizzera. Il progetto di legge aveva ed ha una sua logica nel merito e si presenta formidabilmente provocatoria. Infatti, l’on. Borghesi, all’epoca mio collega di cordata si incavolò con me e non lo firmò. Quando si dice fate come dico io e non come faccio io.»

On. Antonio Razzi
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