Guido Altarelli: "Il risultato del Cern non sarà  confermato"

di Ilaria Cordì

Il professor Guido Altarelli è ordinario di Fisica Teorica presso l’università ‘Roma Tre’, nonché membro della divisione di Fisica Teorica del Cern, l’istituto ‘ginevrino’ artefice della recente scoperta sui ‘neutrini’ che avrebbero superato la velocità della luce.

Professor Altarelli, può spiegare ai nostri lettori cosa sono questi ‘neutrini’ di cui tanto si parla e quale sia la loro importante funzione all’interno di questa nuova e sconvolgente scoperta scientifica circa il possibile “superamento della velocità della luce”?
“I neutrini sono particelle neutre di spin ½ e massa quasi nulla. Interagiscono solo tramite le interazioni deboli e gravitazionali, quindi possono viaggiare attraverso la terra dal Cern al Gran Sasso senza alcun bisogno di tunnel. L’esperimento ‘Opera’, infatti, rileva i neutrini che vengono prodotti al Cern a 730 chilometri di distanza. Misure estremamente precise, ma molto difficili, hanno condotto ‘Opera’ a concludere che i neutrini arrivino 60 ns (nanosecondi, ndr) prima di quanto dovrebbero andando alla velocità della luce. Questo risultato è molto sorprendente e la maggior parte dei fisici è fortemente scettica. Comunque, il problema è stato subito affrontato seriamente dai teorici e molti lavori sono già usciti. Il limite dalla ‘Supernova 1987’ è di 4 ordini di grandezza più forte. Ma sono neutrini di 10 MeV (Megaelectron volt, ndr), mentre quelli di ‘Opera’ sono di 17 GeV (Gigaelectron volt, ndr). Tuttavia, tenuto conto anche di altri dati, la dipendenza dall’energia dovrebbe essere ‘bizzarra’, mentre le oscillazioni di neutrino richiedono che tutti i tipi di neutrino vadano alla stessa velocità. Quindi, non ci si può attaccare al fatto che dalla SN (Supernova, ndr) si vedano i ‘nue’ e non i ‘numu’ (tipologie di neutrini, ndr), come in ‘Opera’. In generale, ci si possono aspettare delle violazioni di ‘inv di Lorentz’ (la forza energetica ‘deflettente’, ndr) da effetti di gravità quantistica, ma sarebbero molto più piccoli”.

Quali prospettive teoriche o possibili applicazioni potrebbero derivare?
“Se tutto fosse vero, ciò dimostrerebbe che la teoria della ‘relatività speciale’ di Einstein non è esatta, ma che ci sono delle piccole correzioni. Un po’ come la meccanica di Newton, che non è esatta, bensì presenta delle piccole ‘correzioni’ relativistiche. Sarebbe estremamente importante per la fisica fondamentale”.

Ma qual è il suo parere personale riguardo a questo ‘strappo’ con la teoria di Albert Einstein sulla relatività?
“La mia personale opinione è che questo risultato non sarà confermato”.

Anche la scienza ha i suoi ‘dogmatismi’ da violare?
“Le teorie fisiche sono valide finché non sono falsificate dall’esperimento. Popper diceva che le teorie fisiche non possono essere provate, ma solo falsificate. Trovare una deviazione dal paradigma del momento rappresenta sempre un grande progresso”.

Il gruppo di ricerca del Cern è stato guidato da un italiano, Antonio Ereditato: cosa prova la nostra comunità scientifica innanzi al fatto che un connazionale sia riuscito a portare a termine una così grande ricerca?
“Questo fatto non costituisce una sorpresa: gli italiani hanno una posizione di tutto rispetto nella Fisica contemporanea. Per esempio, attualmente tutti e quattro i grandi esperimenti del Large Hadron Collider (Lhc) del Cern sono guidati da italiani: ‘Atlas’ da Fabiola Gianotti, ‘Cms’ da Guido Tonelli, ‘Alice’ da Paolo Giubellino, ‘Lhcb’ da Pier Luigi Campana”.(Laici.it)

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