La combinazione di carboplatino e doxorubicina liposomale pegilata (Pld) non è superiore a quella costituita da carboplatino più paclitaxel: quest'ultima pertanto resta il trattamento standard di prima linea per il cancro ovarico avanzato. Comunque, in base agli intervalli di confidenza e al diverso profilo di tossicità, il regime carboplatino più Pld potrebbe essere preso in considerazione come alternativa alla terapia standard. Questo il risultato del trial di fase III multicentrico Mito-2 (Multicentre italian trials in ovarian cancer-2) coordinato da Sandro Pignata dell'Istituto nazionale dei tumori di Napoli. Nello studio 820 pazienti con cancro ovarico allo stadio IC/IV sono state randomizzate nei 2 gruppi di trattamento, somministrato ogni 3 settimane per 6 cicli. L'analisi finale è stata condotta su 556 eventi, dopo un follow-up mediano di 40 mesi. La mediana della sopravvivenza libera da malattia si è attestata su 19 e 16,8 mesi rispettivamente per carboplatino/Pld e carboplatino/paclitaxel (hazard ratio, Hr: 0,95). La sopravvivenza globale mediana nei due gruppi è risultata pari, nell'ordine, a 61,6 e 53,2 mesi (Hr: 0,89). Il regime a base di carboplatino e Pld ha mostrato però un diverso profilo di tossicità (meno neurotossicità e alopecia e più eventi avversi ematologici). Non è stata osservata alcuna rilevante differenza in termini di qualità di vita globale dopo 3/6 cicli.
J Clin Oncol, 2011; 29(27): 3628-35