Giulietto Chiesa: "La scala dei valori occidentali è a rischio"

di Marcello Tamasco

Lo scorso 25 settembre, presso il teatro ‘Vascello’ in Roma, si è tenuta la proiezione del film: ‘Prego, si alzi il vero terrorista’, di Saul Landau, con il patrocinio dell’Ambasciata di Cuba in Italia e dell’associazione Italia-Cuba. Nell’opera viene presentata la vicenda dei cinque cubani arrestati alla fine anni ‘90 e condannati ingiustamente per spionaggio a pesanti pene detentive negli Stati Uniti. A fine proiezione, tra le riflessioni di Landau e Giulietto Chiesa per la revisione della sentenza che impedisce il rimpatrio di René Gonzalez, l’accorato appello all’opinione pubblica per la scarcerazione degli altri quattro cubani. Della vicenda è doveroso parlarne, in un occidente in cui le libertà democratiche stanno sfumando a mero ricordo e in cui le ‘lobbies’ politiche ed economico-finanziarie sembra facciano a gara nell'ostacolare il libero fluire dei canali d’informazione. A margine dell'incontro, abbiamo perciò avuto modo di avvicinare il grande giornalista Giulietto Chiesa per un parere al riguardo.

Giulietto Chiesa, innanzitutto cosa ne pensa del film di Landau?
“Quello di Landau è un bel film, poiché dà voce direttamente ai protagonisti della vicenda. Occorre far luce sull’accaduto e rendere omaggio ai cinque cubani: essi non son altro che dei difensori della loro patria. Ma è difficile tirar fuori la verità, in quanto chi ha il controllo della comunicazione ha il controllo di tutto”.

Nei prossimi giorni verrà liberato René Gonzalez, ma gli è stata negata la possibilità di tornare a Cuba: cosa ne pensa?
“La vita di René Gonzalez non è al sicuro: imponendogli di restare a Miami, lo esporranno alla possibilità di essere ucciso. Evidentemente, non basta solo sconfiggere l’avversario: occorre una punizione esemplare. Pensiamo alla morte dell’ex presidente iracheno Saddam Hussein del 2006, oppure alla ‘caccia’ al leader libico Muammar Gheddafi. La nostra civiltà occidentale si sta trasformando nel suo opposto: stiamo tornando alla legge della jungla, in cui il prigioniero vien lasciato in balia degli eventi e se verrà ucciso si potrà parlare d’incidente”.

Secondo lei, in occidente è in atto un ribaltamento della scala dei valori?
“Certo. Ormai da tre generazioni siamo preda dell’ideologia del consumo, siamo stati tutti trasformati in consumatori educati alla competizione e alla violenza: chi vince ha ragione perché è il più forte. Abbiamo dimenticato le idee di giustizia e di solidarietà umana. E i nostri figli vengono ogni giorno nutriti con questo veleno quotidiano. Siamo liberi? Chi è che decide la scala dei valori? Cosa vedono trenta milioni di spettatori italiani ogni giorno? Nel 2007 ho promosso un film documentario intitolato ‘Zero’, tratto da un’inchiesta giornalistica sull’11 settembre. Questo film, realizzato quattro anni fa, non è mai andato in onda su alcun canale televisivo europeo, salvo quello austriaco”.

Dunque, esiste una sorta di censura in Europa?
“Come mai è stato rifiutato da tutte le agenzie distributive? Al primo canale della televisione russa ha avuto trentacinque milioni di telespettatori. Pur essendo il film più visto al mondo negli ultimi dieci anni non è mai stato trasmesso in alcun canale europeo. Quand’ero al parlamento europeo ho inviato una e-mail a tutti i settecento parlamentari e agli altrettanti corrispondenti stranieri a Bruxelles. I parlamentari che sono venuti a vedere il film erano sette, cinque dei quali miei amici. Alla proiezione del film all’interno del parlamento europeo non si è presentato alcun giornalista: eppure, non era un fatto usuale che un deputato europeo promuovesse un film. Ma lo sapevo, perché nessuno ne avrebbe potuto parlare poi. Questi sono i gradi di libertà dell’occidente in questo momento. Quando qualcuno ci dice che siamo liberi, cerchiamo di ricordarlo”.(Laici.it)

(intervista tratta dal sito www.cittametropolitana.info)

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