ECCO PERCHE’ NON VOTIAMO MATTARELLA ALLA CONSULTA

Il professor Sergio Mattarella è un’ottima persona, di altissimo profilo, con una grande e stimata esperienza nelle Istituzioni. Io lo conosco da moltissimi anni e sono convinto che sarebbe un ottimo giudice della Corte Costituzionale. Assolutamente nulla da eccepire, quindi, sul piano personale. E allora, molti chiedono da più parti, perché l’Italia dei Valori non lo vota per eleggerlo alla Consulta? Perché siamo convinti, e lo abbiamo ripetuto infinite volte, che le nomine, soprattutto quando riguardano autorità di garanzia, devono essere sottratte al controllo dei partiti. Il tempo della lottizzazione – una poltrona a te, una a me e tutti felici e contenti – deve finire!

L’Italia dei Valori non accetta logiche spartitorie: che si tratti della Rai, del Csm, della Consob, della Corta Costituzionale o di altre autorità di vigilanza, siamo e restiamo assolutamente convinti che le relative nomine non possano essere il frutto di negoziazioni e di accordi tra le segreterie dei partiti ma debbano riguardare solo persone di indubbia terzietà.

L’Italia dei Valori non accetta nemmeno che negli organi di garanzia vengano nominate persone espressione diretta della politica, con la conseguenza che i controllati si scelgano i controllori.

Insomma, è allo stesso tempo una questione di metodo ed una battaglia di principio sui principi. Un punto fermo sui cui non siamo disposti a fare alcun passo indietro. Anzi, ci sembra incomprensibile che, a destra come a sinistra, ci sia chi non capisca la nostra coerenza e per questo ci attacca. Eppure basta guardare quali danni ha prodotto finora, nella prima come nella seconda Repubblica, il ricorso indiscriminato al manuale Cencelli per rafforzare la convinzione che siamo dalla parte giusta.

Pensate alla Rai, che è da sempre in mano ai partiti. Dovrebbe essere servizio pubblico, dovrebbe fare informazione libera e pluralista, invece per la selvaggia lottizzazione di cui è sempre stata oggetto risponde solo agli ordini che arrivano da questo o quel leader politico. Come si può accettare, allora, un metodo che pretende di eleggere addirittura alla Corte Costituzionale, organo supremo di controllo e di garanzia, un giudice designato da un partito attraverso un compromesso con gli altri? Non si può continuare con questo andazzo. Ora più che mai, con il Paese che chiede e si aspetta chiari segnali di rottura col passato, è tempo di cambiare rotta.

Un’ultima risposta a chi ci accusa di impedire l’elezione di Mattarella alla Consulta: non è vero, e lo dicono i numeri. Non sono i nostri 34 voti ad essere stati decisivi nelle prime votazioni, tra maggioranza e opposizione sono altri che, nascondendosi dietro alla segretezza del voto, giocano sporco. Chi ci accusa farebbe bene a guardare prima in casa propria. Nessuno, per fortuna, ha concordato nulla con noi e noi nulla abbiamo mai promesso.

Abbiamo la coscienza a posto: siamo trasparenti, ci comportiamo con coerenza, non guardiamo all’interesse di bottega ma a quello del Paese. Così abbiamo sempre fatto, così continueremo a fare sempre. E’ la nostra ragione di vita.

Guarda il video della conferenza stampa a cui ho partecipato con Di Pietro, Donadi e Orlando

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