Siamo in una fase di stallo, l’unica che la politica non può permettersi mai, figuriamoci in una fase di crisi economica così acuta. E’ spaccata la maggioranza, sono spaccati i partiti (se mi consentite, l’Idv da questo punto di vista è una felice eccezione). Non è invece spaccato il Paese che, tutto insieme, soffre della congiuntura particolarmente negativa e della mancanza di soluzioni offerte da chi ci governa.
Prima che il vento della protesta popolare diventi un uragano che spazza via tutto e tutti, indistintamente, e che lasci praterie enormi all’eventualità dell’arrivo di un nuovo uomo forte, è necessario raccogliere le istanze che arrivano dalla società civile. Non mi riferisco solo agli appelli di Confindustria o della Chiesa. La novità di questi giorni è il numero di firmatari alla richiesta di referendum per l’abolizione del porcellum. Alla faccia di chi crede che la legge elettorale non sia una priorità di questo Paese. Non lo è, forse, quando si parla di tecnicismi di difficile comprensione, ma quando si parla di rappresentanza, di democrazia, di regole, evidentemente gli italiani non sono affatto né stupidi né sprovveduti.
Oltre un milione e duecentomila firme hanno messo a soqquadro, ve lo assicuro, la classe dirigente di tutti i partiti della maggioranza, del Terzo Polo e del principale partito di opposizione, il Pd. Chiusi nelle loro stanze e nei loro palazzi, in qualche caso nel proprio bunker come Berlusconi, i dirigenti di questi partiti non si rendono conto di quel che accade intorno. Questo malessere non è percepibile neanche se si vedono i principali telegiornali. Tg1, Tg2, i tg Mediaset, offrono volontariamente una visione distorta della realtà. Per conoscerla, invece, bisogna vivere la strada e informarsi attraverso canali al momento ancora alternativi come il web.
I cittadini ci sono, vogliono contare, vogliono scegliere, vogliono indirizzare, vogliono correggere gli errori. L’unico strumento che hanno è quello della democrazia diretta, del referendum. Per questo ora è utile a tutti dare loro la parola. Attraverso il referendum o, sarebbe ancora meglio, attraverso un voto politico che, però, non può essere quello castrante dell’attuale legge elettorale che impedisce una scelta compiuta perché delega la scelta dei rappresentanti alle segreterie dei partiti.
Capite perché è diventato tutto tremendamente più complicato per la classe politica attuale? Berlusconi e Bossi hanno una sola strada, tirare a campare fino al 2013 senza che nulla si muova. Tengono la maggioranza insieme ricattando ogni singolo parlamentare con la promessa di ricandidatura. Anche chi scalpita, come Maroni, è costretto ad arrendersi in una mediazione al ribasso che lo mette al livello degli altri. Casini e Fini,dopo aver votato il porcellum, stanno a guardare e decidono, come al solito, di non decidere. Neanche la prolusione del Cardinale Bagnasco li ha smossi. Anche loro preferiscono l’immobilismo attendista che li trascinerà nel vortice della sconfitta, elettorale o referendaria che sia. Infine il Pd, qui il discorso ci interessa perché dovrebbe essere il perno della coalizione di centrosinistra. Bersani non ha firmato per il referendum, così come fece per acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento. E’ vero che tanti militanti, iscritti, simpatizzanti e qualche quadro, penso ad Arturo Parisi, disperata minoranza all’interno del partito di cui è stato cofondatore, non solo hanno firmato, ma hanno partecipato alla raccolta delle adesioni. Il vero problema del Pd, però, è l’atavica spaccatura al proprio interno che crea ulteriore caos e confusione.
Ai cittadini tutto questo non interessa. Spaccatevi quanto volete, litigate quanto volete ma governate se avete vinto e fate opposizione se avete perso. Insomma, il sale della democrazia. E se non siete capaci di scrivere uno straccio di regola per ridarci la possibilità di scegliere allora ce la prendiamo da soli, e firmiamo in un milione e duecentomila. Per questo, vista l’incapacità di decidere e di interpretare i bisogni, forse conviene ridare la parola ai cittadini, ma senza trucchi. Il porcellum o lo cancellate oppure lo cancelliamo da noi e poi andiamo a votare subito, al massimo nell’autunno prossimo. L’Italia dei Valori, unica forza parlamentare straordinariamente felice per il risultato raggiunto, la pensa esattamente così.