L’OPINIONE/ parla Antonello Carbonara, presidente del Consiglio dell’Ordine forense di L’Aquila

A partire dalla Newsletter n.31, il Cnf ha avviato una rubrica che volta a volta raccoglie le opinioni dei presidenti dei Consigli dell’Ordine sui temi di maggior interesse per l’avvocatura.

Questa volta gli argomenti sono la manovra e la situazione dei colleghi avvocati di L’Aquila.
Parla Antonello Carbonara, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di L’Aquila e presidente del Consiglio degli Ordini forensi d’Abruzzo. “E’ stata una estate travagliata per il modo scriteriato con il quale il governo ha affrontato i temi della giustizia e della professione forense. Alla luce di quanto accaduto, tuttavia, possiamo dire di aver limitato i danni, visto che era stata ventilata, tra l’altro, anche l’abolizione degli Ordini e dell’esame di Stato, peraltro previsto come obbligatorio dalla Costituzione!.
Delle novità introdotte, alcune mi preoccupano altre no. L’equo compenso ai praticanti, gli obblighi di formazione continua e dell’ assicurazione per la responsabilità civile, per esempio, sono già previsti nel nostro codice deontologico o nella proposta di riforma forense. Piuttosto sono altri gli aspetti preoccupanti. Ne cito alcuni. Innanzitutto la previsione della possibilità di svolgere la pratica in concomitanza con gli studi universitari; invece di far meglio si rischia di far peggio in entrambi i percorsi perché si chiederebbe troppo impegno allo studente con dispersione di energie. In secondo luogo la predeterminazione del compenso: come faccio io avvocato a sapere quanto durerà una causa, quanti mezzi istruttori metterò in campo etc.?. Non mi convince affatto neanche la libertà di pubblicità, per quanto informativa: non vorrei che la libertà divenisse arbitrio. Credo che queste siano perplessità condivise dai colleghi.
Venendo alla situazione di L’Aquila a due anni e mezzo dal terremoto, sono lieto di annunciare che il 23 settembre inaugureremo la nuova sede della Corte di Appello, fortemente voluta dall’ex presidente Giovanni Canzio (ora presidente della Corte di Appello di Milano), al quale esprimo la gratitudine mia e di tutti i colleghi abruzzesi. Tuttavia, questo importante risultato è anche motivo di preoccupazione poiché la dislocazione degli uffici giudiziari è tale che gli avvocati subiranno ulteriori disagi: alcuni sono in centro, altri in periferia a Bazzano, con il risultato che dovremmo avere il dono dell’ubiquità per seguire le attività che abbiamo in ogni ufficio”.

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