Prima medaglia tricolore ai mondiali di atletica leggera a Daegu, Corea del Sud. Già medaglia di bronzo nel 2007, Antonietta Di Martino ( primatista italiana sia indoor che outdoor, con le misure, rispettivamente, di 2,04 e 2,03 metri) replica la sua performance ottenendo un altro bronzo fermandosi a 2.00 m, che per la 33enne di Cava de’ Tirreni vale come un oro. A vincer la medaglia più prestigiosa è la russa Anna ÄŒiÄerova saltando l’asticella a 2,04 m, mentre alle sue spalle si piazza la croata Blanka Vlašić, oro ai mondiali di Osaka 2007. Ma l’impresa di Antonietta è veramente grande. Basterebbe confrontare la statura delle atlete con le quali compete: la ÄŒiÄerova è alta 178 cm, la Vlašić ben 193 cm e la nostra campionessa solo 169 cm. Ma la sua vittoria è anche la vittoria della “tenacia e del sacrificio”, queste sono le due parole più pronunciate in famiglia. La Di Martino ha messo molto del suo non potendo contare su strutture all’altezza di una campionessa. Già in passato l’atleta delle Fiamme Gialle si è lamentata per il fatto di non avere il giusto supporto dal Coni per potersi allenare nella sua Cava de’Tirreni vedendosi costretta ad andare fino a Salerno per trovare strutture più consone. E così, la neo medaglia di bronzo, si è dovuta allenare su una pista di atletica messa veramente male, potendone sfruttare solo 40 m. Ma tanti gli sono bastati per raggiungere il podio. Grazie Antonietta, la dimostrazione che con l’impegno e il sacrificio è ancora possibile raggiungere un grande risultato.
Paolo Natale
