Ammazzata a 17anni una tunisina Regna l’Amnesia forse aveva il Mal d’Afrique e fa tanto caldo

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“Una ragazza di 17 anni ha perso la vita negli scontri tra giovani e polizia che si sono riaccesi in Tunisia la scorsa notte, a Sbeitla, nel governatorato di Kasserine. Secondo il ministero dell’Interno i manifestanti avrebbero bloccato la strada che conduce alla località di Rkhamet. Per la polizia i disordini erano finalizzati al compimento di furti. Per disperdere la protesta i militari avrebbero esploso in aria colpi di arma da fuoco. La ragazza è stata portata all’ospedale dopo essere rimasta colpita, insieme ad altre 4 persone ferite. Dopo la notizia della morte della giovane, i manifestanti hanno assaltato la postazione della polizia, hanno dato alle fiamme tre autobus della società regionale di trasporto, la stazione ferroviaria, alcune autovetture ed hanno saccheggiato il pronto soccorso dell’ospedale.”
L’Amico Mounir Romdhani continua a girare in bicicletta ma non è più in Tunisia. Forse qualcuno ricorda il Giro che fece e che Reset Italia promosse e seguì costantemente per circa due mesi, fino alla primavera passata, che di gelsomini non odorava già più?
In questa mattinata da sabato italiano, ho “capato” certe notizie che vengono dall’estero, proprio dalla Tunisia e la riracconto come dall’Ansa: “Un coprifuoco è stato imposto a Douz, nel sud della Tunisia, dopo violenti scontri fra giovani che hanno fatto “diversi feriti”. Lo annuncia il ministero dell’Interno in un comunicato. Il ministero non ha precisato il numero di feriti ma l’agenzia ufficiale Tap parla di una trentina di persone portate nell’ospedale di Douz, città a 488 chilometri a sud di Tunisi, alle porte del Sahara. Nonostante un intervento di esercito e Guardia nazionale, le violenze sono proseguite fra l’altro con l’incendio di tre abitazioni e due distributori di benzina, spingendo le autorità locali ha decretare il coprifuoco che sarà in vigore tra le 19 alle 5 del mattino.La notte scorsa, A Sbetlia, è morta una diciassettenne ed altre quattro persone sono rimaste ferite,durante alcuni scontri. Secondo il ministero dell’Interno, i manifestanti avebbero bloccato la strada che conduce alla localita’ di Rkhamet “allo scopo di compiere saccheggi”. La polizia e i militari dell’ esercito hanno esploso colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio. Gli spari hanno attirato un gran numero di abitanti della zona e nella calca, seguita ad altri spari, una giovane è morta e quattro persone sono rimaste ferite. Dopo la notizia della morte della ragazza, gruppi di persone hanno assaltato e incendiato il posto di polizia, tre autobus della società regionale di trasporto, la stazione ferroviaria, alcune autovetture ed hanno saccheggiato il pronto soccorso dell’ospedale.”

Facendo una passeggiata in rete e non trovando niente per aggiornarvi, sono incappata nel teatro tunisino, in un’ opera del regista e drammaturgo tunisino Fadhel Jaïbi, figura di spicco del teatro arabo contemporaneo e fondatore negli anni Settanta con Jalila Baccar del Nuovo Teatro di Tunisi (poi diventato Familia Productions), prima compagnia teatrale privata del Paese mediterraneo.Un’ “Amnésia, uno spettacolo che somiglia a un sogno. Premonitore. Storia di un ex “numero due del governo” tunisino e della sua discesa agli inferi, Amnésia è firmato da Fadhel Jaïbi, artista censurato in Tunisia, amatissimo in Francia e in Italia, già autore del commovente Junun (2004) e di Corps Otages (2006).
È un “teatro di indagine”, un’avventura politica e molto attuale, tra le pagine della storia rimosse dalle cronache ufficiali. In scena, la vicenda di un leader destituito, rinchiuso in un ospedale psichiatrico dopo un misterioso incendio e qui braccato dagli incubi. Sono veri rimorsi, allucinazioni o è tutta una mistificazione orchestrata dalla polizia di stato? L’oppressore cade nella trappola del totalitarismo che lui stesso ha costruito. Un teatro che “rischia”: affronta temi scottanti e rivendica il diritto del cittadino alla parola, a denunciare le assurdità del potere. Contro l’apatia e l’amnesia, i mali sociali di un regime che oggi non c’è più.”

L’amico Mohamed Ben Hammouda che all’epoca curò tutti i video fotomusicali, intitolati Goodbike (da uno a sette) girati in Tunisia da Mounir Romdhani in bicicletta, mostra su Fb delle foto atroci e scrive: “io non dimentico e non dimenticherò… e tu? moi je n’ai pas oiublié et je n’oublierais jamais… et toi? i did not & i’ll never forget… and you?”

Era maggio, a me sembra passata una vita che scrivevo: Italia Tunisia Italia Mounir Romdhani e bicicletta sono su una nave carica di Amore per la Libertà.

Buon Viaggio!

Doriana Goracci

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