di Alejandra Daguerre *
BUENOS AIRES – Siamo architetti di un mondo frenetico e stordito che cerca di adottare nuovi metodi di comunicazione. Lavoriamo instancabilmente per inventare e sviluppare nuove tecnologie sempre più pulite, ci occupiamo della globalizzazione (economica, sociale, culturale, ecc.); ma raramente ci fermiamo a guardare gli altri processi di comunicazione: “i più elementari”. Ci siamo sorpresi tutti, qualche volta, di sapere che una relazione affettiva di una certa formalità è finita con un breve messaggio di testo, che le notizie importanti finiscono per essere una riga via posta elettronica, che la promessa “ti chiamerò” svanirà nel dimenticatoio …
Sembra – senza che nessuno se ne renda conto – che si stia perdendo il valore positivo delle risposte
Le volte in cui “NON DIAMO NESSUNA RISPOSTA” stiamo facendo un disonore alla la comunicazione, fallisce il processo della parola; processo di cui ci vantiamo tanto perché ci rende diversi dal mondo animale. Ma solo nel momento in cui siamo noi a non ricevere risposta, riusciamo realmente a capire ciò che questo significa.
Stiamo perdendo il rispetto per la cortesia; ignoriamo aspetti istituzionali di base della vita sociale, riduciamo al minimo la cordialità nei rapporti con gli altri, non c'è tempo per le espressioni di gentilezza.
La cortesia è uno strumento importante nelle relazioni umane; non solo perché aiuta l'efficienza della comunicazione, ma anche perché facilita i processi di convivenza.
Sarà questa la nuova estetica della comunicazione? Sarà questo il risultato del pacchetto “Modernità-tempi violenti-mancanza d´impegno “? Perderemo per sempre la considerazione e l'apprezzamento per gli altri? O invece siamo d'accordo sul fatto che rispondere è conveniente e che “il silenzio consapevole” è sconsiderato e aggressivo?
Da tempi immemorabili gli uomini con le loro risorse hanno stabilito processi comunicativi. Leggendari segnali di fumo per trasmettere messaggi urgenti,
colombe, piccioni viaggiatori che trasportano informazioni legate alle zampe,
inviati coraggiosi che a cavallo o a piedi hanno viaggiato per chilometri,
affrontando pericoli di tutti i tipi solo per consegnare il messaggio al destinatario, telegrafi, telefoni, radio, satelliti, internet …
Tocca proprio a noi, allora, con l´appoggio di investimenti enormi in tecnologia, tagliare questa evoluzione solo per mettere in gioco le nostre risorse personali?
Levo il calice per la magia della comunicazione e perché in crescita progressiva il processo tra un mittente e un destinatario diventi sempre più chiaro e pulito. Levo il calice per il messaggio rispettoso. Ora ho capito che i maghi non sono quelli con il cappello, la bacchetta ed il coniglio, ma quelli che decidono di combinarli per fare magia…
*psicóloga e psicoterapeuta, Buenos Aires