BELGICIZZARCI, RIPRENDERCI LE..MELANZANE MARCE O…SPERARE IN UN SUSSULTO GIOVANILE A BREVE ?

A volte penso di essere scemo, ma non lo scrivo perché gli scemi veri ne approfitteremo per fare dello spirito becero, aggiungendo del loro… Ed allora, imperterrito, ormai dalla scesa in campo politico da parte di Berlusconi, non demordo dal condurre una battaglia verso la sua…espulsione, non da parte dell’arbitro (visto che si mutua un termine simil-calcistico), ma dal popolo italiano.

Da almeno 2-3 lustri vado dicendo che un premier della specie non avrebbe mai potuto governare, ma solo produrre guai al paese. Infatti, un imprenditore, con una forma-mentis mercantile, è un soggetto che non potrà mai essere accompagnato da un interesse generale, quello a favore del popolo, ma che verrà sempre deviato da esigenze di mercato volte a contemperare il corretto ed il non sempre corretto come normalmente si usa in contesti privati, tipo Fininvest, ma anche Fiat per il caso che qualche esponente della stessa decidesse il…passaggio del testimone. Infatti, anche in quest’ultima evenienza, ci troveremmo nella stessa situazione nella quale ci ha spinto miseramente Berlusconi.

Oggi, in un giornale ho letto:

Non è possibile governare una società complessa nelle sue strutture materiali e civili e assai differenziata nei suoi poteri con un forzato ritorno al semplice retto da un governo personale che contamina pubblico e privato, certezza del diritto e convenienze economiche. Quello di Berlusconi è un modello post-democratico che ha scatenato un effetto contagio in tanti paesi dell’est. In quei posti di facile conquista, il Cavaliere è ancora un mito per ogni oligarca che si sazia nella grande abbuffata di potere, denaro e calcio. Almeno nella vecchia Europa, Berlusconi è percepito come una merce avariata. Un politico di così basso profilo ha però, a suo modo, fatto epoca. Il suo partito personale ha trovato schiere di imitatori.

La predetta considerazione non è nient’altro che un monito-constatazione da me preventivato e addirittura scritto nella prolusione di un mio libro che ha fatto seguito alla discesa in campo di questo nostro chiacchierato premier, con tanto di fedina penale tuttora immacolata, malgrado abbia riempito gli archivi di quasi tutti i Tribunali d’Italia…

Detto questo, si deve porre lo sguardo sulla realtà di oggi. Al di fuori di Berlusconi, chi c’è ? La sinistra, in Italia, non ha più senso e mi viene il mal di pancia al solo pensiero dei Vendola e degli altri colori più sfumati, tipo Di Pietro e Bersani che, in qualche modo fanno una discreta opposizione, ma il resto ? Ed in destra chi c’è ? Casini e Fini ?

Il primo (Casini) che ha fatto a suo tempo una scelta tattica, sperando un giorno di poter essere “appetibile”, in modo da poter mettere in campo un prezzo che prima non avrebbe potuto richiedere….

Il secondo (Fini) che ha fatto una scelta per salvaguardare un minimo di decenza personale e di gruppo, tentando di non allontanarsi troppo da alcuni principi di serietà “da uomo di destra” , mentre prima era una misera comparsa sotto Berlusconi…

Che rimane da fare ?

Rivogliamo Berlusconi che, a mio avviso, ha portato alla regressione socio-economica ed allo smarrimento civile ? Io, assolutamente NO !

Vogliamo le sinistre che pure loro non hanno dato una buona dimostrazione di se stesse ? Io, assolutamente NO !

Vogliamo un centro che non si capisce ancora cosa sia con i tira-molla di Casini-Fini and co ?. Io assolutamente NO ! Anche per le ragioni sopra espresse.

Non rimarrebbe che il male minore, ossia Bersani e Di Pietro dei quali certamente non si può parlar male, a parte gli scaldaletti a cui pure loro sono stati soggetti in quanto, è inutile nasconderci, la politica è spesso mercanteggiamento e compromesso..

Verrebbe da rispondere “non vogliamo nessuno” e, magari….belgicizzarci, ma questa è una boutade !

C’è da sperare invece in una nuova classe dirigente formata da giovani, che stenta però a far capolino in quanto le nuove generazioni sono state estromesse socialmente, economicamente e soggettivamente da questa società che vede solo il mercato e non i principi etici di cui i giovani sono ricchi. Qualcosa in proposito si sta muovendo, ma è troppo poco.

Altrimenti saremmo costretti a riprenderci le…melanzane marce. O, facendo delle ipotesi meno pessimistiche, quelle un po’ avariate…

ARNALDO DE PORTI

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