di Antonella Iovine
Domani la Commissione Bilancio inizia l'esame del decreto. Ne parliamo con il senatore Cosimo Latronico.
Come giudica la manovra?
“Una manovra necessaria. Il governo, con questo decreto si è assunto la responsabilità di fronteggiare una situazione di crisi che non riguarda solo l'Italia né solo l'Europa ma ha caratteristiche mondiali, vedi la situazione degli Usa. Così si prova ad anticipare al 2013 l'obiettivo del pareggio di bilancio, fissato dalla manovra di luglio. Si tratta di scelte difficili, ma necessarie alle quali dovrebbero far seguito da parte di tutti proposte possibili e responsabili per mettere in sicurezza i conti pubblici e salvare gli interessi prevalenti del nostro Paese”.
Dall'opposizione Bersani dice che l'Italia è senza timoniere…
” La manovra è la conferma che invece un timoniere c'è. C'era chi dubitava del coraggio del governo di compiere scelte difficili, ora queste scelte ci sono. Così si punta a ridurre i costi della politica, un tema questo molto sentito, ed a snellire gli assetti istituzionali degli enti di governo centrale, regionali e locali; con oltre 50 mila poltrone in meno per uno Stato più leggero. Si punta ad imprimere un’accelerazione alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali; a tassare le rendite finanziarie al 20 per cento al netto dei titoli di stato raccogliendo in questo caso anche sollecitazioni più volte avanzate dalle forze di opposizione e allineandoci con gli orientamenti
europei. Si chiede per tre anni un contributo di solidarietà ai redditi più alti, una questione controversa su cui è giusto si apra una discussione concreta da valutare anche in sede parlamentare. Si attivano altre azioni di contrasto all'evasione fiscale con misure che aiutano la tracciabilità delle transazioni e poi l'anticipo della delega fiscale; alcuni interventi nel settore previdenziale anticipando l'entrata in vigore del nuovo regime per le pensioni di vecchiaia per le donne nel settore privato sino ad interventi significativi in materia contrattuale e di lavoro che senza stravolgere le garanzie aiutano la flessibilità del mercato del lavoro per dare spazio a progetti di sviluppo e di lavoro. Tutto si può dire tranne che non ci sia il coraggio”.
Una manovra che potrà essere migliorata in Parlamento, come sostenuto anche dal presidente Berlusconi. Lei pensa che la manovra rappresenta un'occasione per le forze autenticamente riformatrici…
“Ben venga il confronto. Auspichiamo la massima partecipazione. Il dibattito, naturalmente, è aperto ai contributi di tutti coloro che vorranno accrescere le caratteristiche di equità sociale degli interventi e rafforzare gli strumenti per aiutare lo sviluppo del Paese, mitigando i riflessi recessivi delle correzioni. Ci auguriamo che nessuno si lasci tentare dalla demagogia e dalla strumentalizzazione politica, e lì vedremo se ci sarà senso di responsabilità, se dimostreranno di essere, appunto, forze autenticamente riformatrici. Non è in gioco il destino della maggioranza ma quello del Paese”.
Finora i segnali non sono dei migliori: il Pd di Bersani attacca, l'Idv di Di Pietro pure, la Cgil si prepara allo sciopero generale…
“Almeno in Commissione sul decreto di luglio c'è stato un confronto serio e fruttuoso, nel merito. Speriamo che ciò avvenga anche in questo caso. Così se non ci sarà ostruzionismo, ma confronto su proposte concrete e fattibili, non ci sarà bisogno della fiducia. Ci auguriamo che non prevalgano le ragioni di bottega politica”.
Bisogna dare una risposta anche ai mercati che continuano ad oscillare, un giorno reggono e il giorno dopo crollano di 4-6 punti…
“Noi dobbiamo dare una risposta di serietà, di coesione e di volontà
di salvaguardare i fondamentali della nostra economia per mettere a punto le riforme strutturali di cui il nostro Paese ha bisogno. Questa crisi rappresenta un'occasione per dare forza alle potenzialità dell'Italia, per tirare fuori il carattere. Un'occasione da non perdere nell'interesse di tutti”.