Qualche anno fa, esattamente quando il centro sinistra vinse le elezioni mandando a casa Berlusconi, titolai un mio secondo libro sull’argomento, come da copertina qui sotto riprodotta:
( Libro 175 pagine, autore Arnaldo De Porti, edizioni DBS, Seren del Grappa (BL), stampato aprile 2006 )
Forse è troppo presto per dirlo, ma mi pare che esistano oggi tutti gli ingredienti per dire che il predetto libro ha bisogno di essere…ristampato in quanto, mi pare quasi ovvio a dirsi, esso sta ridiventando attualissimo, non tanto perché uomini di bassissimo profilo politico hanno condotto l’Italia alla situazione che sappiamo, ma perché anche nella stessa copertina soprariprodotta ho indicato le motivazione per le quali il signor Silvio Berlusconi non avrebbe mai potuto governare un paese.
Non è che me ne vanti di questa lungimiranza, prevista purtroppo in toto, di cui anzi sono costretto a dolermene per le sorti del Paese, ma soprattutto perché da una situazione fallimentare della specie, non ci sarà alcuna possibilità di risollevarci nel breve termine, per non dire nel lungo.
Oggi infatti il Paese è come se fosse stato infettato da un virus, alias il berlusconismo, per il quale nessuna terapia antibiotica – come si usa dire in campo sanitario – potrebbe essere efficace per debellarlo. Oggi non c’è un contesto che non sia inquinato alle radici, fatte salve alcune, seppur poche eccezioni, tanto che un potenziale ripristino di una sorta di normalità non trova terreno fertile per riattecchire, come è successo in periodi molto più complessi, appena finita la guerra: allora infatti, nella fase costituente, c’erano degli ideali, se vuoi anche di diversa angolazione, ma tutti avevano un denominatore comune: rimettere in piedi il Paese. Oggi, gli ideali, sono diventati optional stupidi per persone oneste e per bene, mentre le malversazioni, il meretricio politico, la dialettica da porcile che imperversa senza alcuna remora fra gli stessi ministri, il rubare agli Italiani, sono diventati gli unici strumenti validi per calpestare ogni buon senso, con la complicità di un quasi luogo comune secondo il quale la vergogna, l’indignazione, in poche parole l’onestà intellettuale, sono ormai abdicate a merce per…mercanti del tempio, come ha detto ieri un Ministro di cui mi vergogno di averlo come esponente della Repubblica Italiana.
Alla mia età, e credo di avere una certa esperienza di vita, penso che l’Italia sia talmente caduta in basso da non risollevarsi, nemmeno con una sorta di Piano Marshall (ancor peggio oggi rispetto alla fine della guerra in quanto USA e UE oggi sono finanziariamente a pezzi) per cui sarà necessario un evento democratico forte, giovanile, deciso, capace di mandare a casa tutti, tenendo quei pochi che, fin qui, hanno dato la sensazione di operare per il bene del Paese, e non per sporchi interessi personali.
Il problema però sta nel fatto che questa classe dirigente è attaccata all’osso alla stessa stregua di quando vengono saldati con la fiamma ossidrica due metalli.
Talvolta però mi viene in aiuto qualche flebile speranza. Se in Libia, o altri paese simili, i giovani sono riusciti quasi a spazzare persino certi dittatori, non vedo perché in Italia non si possa fare altrettanto, supportati come siamo da una democrazia che, seppur gravemente ammalata, è ancora in mano ad un garante affidabile. Posto che l’attuale governo, non voglia spazzare anche lui, come ha già tentato più volte, in nome di un Presidenzialismo autoritario.
Non so cosa succederà martedì durante la riunione dei Ministri: penso però che non si tirerà fuori un ragno dal buco e che la conflittualità si acuisca non di poco !.
ARNALDO DE PORTI