Gheddafi è convinto che il popolo lo ami, (Rainews 24 ore 13.40). Guarda caso, Berlusconi la pensa allo stesso modo non rendendosi conto, entrambi, che la realtà è diametralmente contraria.
Dico subito che è vero, come diversi miei detrattori affermano, che io detesti il sig. Silvio Berlusconi, è vero invece che io non condivido in toto il suo incedere sotto il profilo sociale ancor prima che politico, il suo modo di rapportarsi con le Istituzioni, il suo fare politica attraverso uomini che egli inserisce al governo con le stesse modalità di una campagna-acquisti dei giocatori del Milan…di cui è Presidente.
Lui, come Gheddafi per i libici, è ancora convinto di essere amato dagli Italiani: trattasi invece di un auto convincimento per corroborare oltre che se stesso anche gli altri, specie quelle fasce residuali di persone che, per il loro status personale, non possono capire più di tanto e si lasciano pertanto irretire dalle belle parole, dalle immagini, da sceneggiature che si spostano da una città all’altra, come nei teatri, esattamente come venivano spostati i carri armati di Mussolini per dar da intendere che eravamo bene armati…
La realtà di oggi è invece che Berlusconi è finito come Bossi e che entrambi si reggono a vicenda solo perché esiste un manipolo di persone che li sostengono solo perché, se finisce il duo Bossi-Berlusconi, finiscono anche loro !
Anche Gheddafi, come diceva oggi un inviato di guerra su Rainews24, è convinto di essere amato dal suo popolo, mentre – sia pur in un clima dittatoriale rispetto al nostro di democrazia molto e molto malata – si regge grazie a coloro che, nel caso di abdicazione del capo, devono far valige anche loro. Esattamente, come sta succedendo in Italia.
Oggi Berlusconi, fra le tante disgrazie di cui è stato promotore, ha una fortuna enorme: la crisi economica del paese che, in qualche modo, pena la nave a picco, può indurre razionalmente ad una certa coesione “bipartisan” in quanto il paese ha bisogno di stampelle a destra, a sinistra, al centro ed ovunque, in nome di quella responsabilità che il Capo dello Stato non smette di invocare, molto probabilmente anche perché verrebbe ascritto alla memoria, per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, un default Italia. Ed a Napolitano certamente non piacerebbe essere indicato come il Presidente del “default italiano”…
Come concludere questo pensiero. E’ estremamente semplice. Gheddafi se ne dovrà andare a giorni, mentre Berlusconi potrà far valere il lasso di tempo che gli rimane fino a fine mandato, in ossequio anche ad una campagna acquisti che non ha fatto certo onore al paese.
Temo però molto il dopo Berlusconi perché, come per Gheddafi, si tratta di personaggi che non sanno perdere. E ciò anche di fronte all’evidenza dei fatti.
E di prove a questo proposito, ne abbiamo avute più di una. Specie nei rapporti con la magistratura che, in pratica, Berlusconi ha sempre condizionato avvalendosi di uno stuolo di avvocati che, come parlamentari, tutto hanno fatto per salvare il capo dai guai, tranne che gestire il paese..
La storia, purtroppo, è tristemente nota.
Arnaldo De Porti