Attenti, l’articolo 18 è già  saltato

di Maurizio Zipponi

“Basta con tutti quei contratti e contrattini che frammentano le condizioni di lavoro. Si può semplificare tutto con solo quattro piattaforme: pubblico impiego, servizi, industria e artigianato. Basta. Il resto lo demandiamo al territorio, ma dopo aver stabilito quali sono i diritti inalienabili per ognuno”. Lo ha detto Maurizio Zipponi, responsabile lavoro e welfare dell’Italia dei Valori, nel corso di un’intervista al Fatto quotidiano.

Pensa che sarà attaccato da destra e da sinistra?
Non credo proprio. La nostra opposizione alle proposte ammazzadiritti del governo è durissima. Capire come modernizzare il mercato del lavoro senza smantellare le tutele è il modo migliore per provare a vincere la battaglia.

Cosa non va nella proposta del governo?
Nemmeno in America esiste un far west così. Tant’è vero che, malgrado il mercato del lavoro sia flessibile, Obama ha esercitato un potere di indirizzo e ha detto alla Fiat: io ti presto i soldi, ma tu devi tutelare i diritti.

E qui, invece?
Credo che tutti siano consapevoli di un fatto. Il governo ha costruito un trucco legislativo che in realtà ha un solo effetto.

Quale?
Come chiarisce anche la nota dell’ufficio studi del Senato, in merito all’articolo 8 contenuto nella manovra, c’è l’abrogazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Che questo avvenga più o meno di contrabbando, con un tratto di penna, e senza nessun dibattito, è già, di per sé, un fatto osceno.

Lei non crede, come sostengono molti, che maggiore flessibilità produrrebbe più assunzioni?
Ma nemmeno per sogno! Stiamo andando verso una fase di crisi, le imprese sono in difficoltà, la manovra strangolerà i consumi e la liquidità delle aziende, e cosa fa il governo? Mette a punto un provvedimento che agevola la possibilità di mandar via le persone? È come aprire la gabbia di un serial killer e lasciare dentro una pistola carica.

Gli imprenditori sono pronti a uccidere posti di lavoro?
Non gli imprenditori, ma la crisi. Se uno può licenziare, quella diventa la tentazione, la via più facile, o addirittura la via obbligata, visto che il governo non indica altre strade.

Sacconi dice che il contratto che verrà firmato a livello aziendale sarà sempre frutto di un compromesso con i sindacati.
Vorrei capire quali rapporti di forza immagina, il ministro, fra una azienda che ha il coltello dalla parte del manico e i dipendenti minacciati dal fallimento.

Perché?
Si potrà sempre dire loro: se non fate questi straordinari ve ne andate a casa, se non ci consentite la deroga all’articolo 18 per tagliare i rami secchi chiudiamo la baracca.

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