AAA ONESTA’ CERCASI…. ANCHE DI SECONDA MANO

Leggendo i giornali, oppure sentendo le notizie dai mass media televisivi o semplicemente osservando la gente con la quale abbiamo a che fare ogni giorno, vuoi per aggiustare un rubinetto che perde, o per qualsiasi altro lavoretto anche di poco conto, ci si accorge che ogni tipo di relazione umana ha cambiato la sua naturale fisionomia: sembra fondarsi sul “mors tua vita mea”. Fatte salve, ovviamente, quelle relazioni che …resistono (invero sempre meno) in seno ai rapporti della famiglia, degli affetti cari e quant’altro…ma per questi ultimi rapporti il ménage costituisce un fatto soggettivo, circoscritto all’ambiente familiare che non influisce più di tanto nella sfera collettiva, anche se la famiglia è considerata un nucleo della società.
Ed è proprio di quest’ultima che vorrei parlare.
Può essere che si tratti di una sensazione personale di vita pregressa non comparabile con l’attuale modello di società, ma ho la sensazione che l’uomo, di giorno in giorno, cerchi di “sfondare” sfruttando ogni debolezza del proprio simile: esattamente emulando le leggi della foresta. Con la sola differenza che l’uomo non si nutre del proprio simile, mentre l’animale, pure lui non cibandosi della propria specie come succede nella maggioranza dei casi, infierisce ed ammazza il più debole Esattamente come sta facendo l’uomo in questa cosiddetta “moderna società”, ove chi non sa o non può inserirsi, viene espulso. Gli esempi sono molti. Il più eclatante e vergognoso è quello dei giovani i quali, vuoi perché non hanno mezzi magari per le precarie condizioni della famiglia di provenienza, vuoi perché la loro intelligenza (di certo più effervescente rispetto a quella di noi anziani) confligge con l’impossibilità di attingere alle risorse di un moderno consumismo sfrenato e senza regole, ma soprattutto perché in Italia non esiste una politica giovanile, mentre invece (ma in funzione assolutamente negativa) esiste una fascia di soggetti conservatori che mettono al riparo, accrescendole, le loro risorse distraendole dal contesto sociale a cui dovrebbero essere invece chiamati anche i giovani, per cui succede che tutti questi fattori messi insieme finiscono per alimentare una società sperequata, iniqua, illegale, disonesta ed umanamente inaccettabile. Ed anche cattiva, per dirla in parole semplici.

Purtroppo, la politica, non offre buoni esempi. Al giorno d’oggi, fatte salve le opportune eccezioni, essa non sforna gli elementi migliori della società, ma utilizza soggetti che, attraverso di essa, possono fare i loro comodi, ricavarne degli interessi personali, sia dal punto di vista finanziario che legale, considerando il cittadino un mero strumento da utilizzare al momento delle elezioni.

Ma anche la società nella sua vera accezione non offre spunti migliori. Non sono forse delinquenti coloro che non pagano le tasse con la conseguenza di farle pagare di più agli altri ? Non sono dei fuorilegge coloro che hanno esportato clandestinamente le risorse all’estero facendole poi rientrare con una piccola ed irrisoria penale ? Operazione che si vuol ora ripetere una seconda volta ? Siamo tanto ingenui da non pensare che non ci siano connivenze politiche anche in queste sporche faccende ?

Gli spot televisivi che oggi etichettano come parassiti coloro che non pagano le tasse mi fanno ridere e nello stesso tempo piangere, quando penso che il Capo del Governo, a suo tempo, ha suggerito di….industriarsi in qualche modo con un secondo lavoretto ? E dei grandi lavori che hanno coinvolto diversi nostri politici che addirittura non sapevano il nome di chi aveva loro pagato la casa, o che avevano fatto dei grandi lavori all’interno di ville, tutto regolarmente in nero ? E degli affitti in nero “brevi manu”?

Oggi le tasse devono essere pagate da tutti e ciascuno deve dare il buon esempio considerando chi non le paga un ladro a tutti gli effetti. Non è impossibile farle pagare a tutti: bisogna incominciare ad insegnare il senso civico anche nelle scuole. Ma poi ci sarebbero tanti altri strumenti verso i quali la politica chiude un occhio per non perdere i voti.

Io vivo in una provincia in cui l’evasione, anche se non si vede, è macroscopica. So di correre il rischio di farmi dei nemici evidenziando certe abitudini professionali. Qui, da noi, la cultura non è che vada troppo di moda. I ragazzi che non studiano preferiscono “industriarsi”, come disse il nostro “beneamato” Presidente del Consiglio. Una vasta maggioranza di essi parte con un piccolo camioncino, due quintali di sabbia, un po’ di cemento, qualche attrezzo edile, e si industriano facendo lavoretti qua e la, ovviamente in nero per rientrare alla sera con i 500-1000 euro. E questi esempi, nella mia provincia, sono all’ordine del giorno. Provate ad uscire in strada alle 7 del mattino (quando partono) ed intorno alle 17 (quando rientrano) e vedrete un numero impressionate di questi camioncini attrezzati come descritto sopra. Provare a moltiplicare questi introiti in nero, nell’arco di un anno, con il numero dei giovani che hanno scelto di fare questo lavoro… Trasferiamoci poi nelle grandi aziende edili ove, fra le pieghe, l’evasione è cosa normale, fatte salve le eccezioni che pur ci sono.

Vorrei concludere con una riflessione. Sfatiamo l’idea secondo cui il mondo sarebbe dei furbi e mettiamoci bene in testa che chi “frega” il fisco è un ladro che ruba alla comunità.
Anch’io, non lo nego, sono caduto in questa trappola pagando qualche fatturetta per lavori al giardino o imbiancare una parete, ma ciò si giustifica col fatto che, con un volonteroso improvvisato, non potevo fare diversamente.

Ma possibile che non si possa diventare un po’ più onesti, che non si possano intavolare migliori rapporti con la società, che non possa essere ripristinato quel senso di comunità, di socialità, di amicizia con il vicino di casa, come succedeva quando non si aveva nulla ? Appena finita la guerra ?

Ed infine diamoci tutti da fare affinché l’Italia diventi un paese normale. E non di potenziali pazzi per colpa di un governo, i cui Ministri si danno del cretino l’un l’altro, e dal quale governo, purtroppo, nulla abbiamo da imparare e tutto, o quasi, da stigmatizzare, senza trovare giustificazioni di comodo eccependo che è colpa della crisi mondiale che, nel caso di specie, c’entra come i cavoli a merenda…

ARNALDO DE PORTI

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