Abroghiamo le Province. Abroghiamo questa legge elettorale iniqua e ingiusta

Questa mattina sono stato alla Corte di cassazione per un’altra battaglia di legalità, di trasparenza e di democrazia. L’Italia dei Valori ha depositato oggi qui in Cassazione una richiesta di autorizzazione per presentare una legge di iniziativa popolare per abrogare le Province.
Ricordate quante volte, in questi ultimi tempi, i partiti di maggioranza e di opposizione, i commentatori, i soloni hanno detto che bisogna eliminare i costi della politica, eliminare gli sprechi della politica? Al primo punto nel programma della maggioranza e dell’opposizione, nei programmi di tutti i partiti, c’è l’abrogazione delle Province.

Abbiamo presentato la legge in Parlamento la settimana scorsa, noi dell’Italia dei Valori, e l’hanno bocciata. Vi prendono in giro. Nel programma dicono di voler fare una cosa e poi non la fanno. Perché? Perché nel territorio hanno sistemato, anche nelle Province, tanti amici loro.
Allora c’è un solo modo per spingere questo parlamento inerte a fare il proprio dovere, quello di una legge di iniziativa popolare dove almeno 500mila, 600mila cittadini firmano e dicono al Parlamento: “Svegliatevi, ripresentate questa discussione e vediamo se è giusto o meno abrogare le Province”.

Andiamo al merito della questione. Quando furono fatte le Province c’erano i muli, gli asini, i cavalli. Per le funzioni essenziali, bisognava fare tante allocazioni territoriali. Nel tempo ruoli e funzioni delle Province si sono svuotati, specialmente dopo la costituzionalizzazione delle Regioni. Molte funzioni delle Province ora spettano alla Regione. Tante altre funzioni della Provincia le può fare e già le fa direttamente il Comune.
Alle province sono rimasti compiti residui: la caccia, la pesca, le strade provinciali. Tutti compiti che in parte possono essere fatti dalle Regioni e in parte dai singoli Comuni. E’ un doppione! Anche perché oggi con Internet, con i telefoni cellulari, con i fax e con i sistemi elettronici l’interlocuzione cittadino-istituzione è molto più facile di quando c’erano i cavalli e i muli.

Che ci stanno a fare queste Province? Perché le si continua a fare? Perché si sistemano 30 o 40 consiglieri provinciali, si sistemano cento e passa presidenti di Provincia, si sistemano un mare di consulenze, di incarichi, di contratti e contrattini. Insomma, è una spesa pubblica inutile, dispendiosa e molte volte familistica.
Bisogna darci un taglio. Stiamo parlando di circa tre miliardi e mezzo o quattro miliardi di risparmio netto, di maggiore efficienza della pubblica amministrazione, di sburocratizzazione.

Faccio un appello ai funzionari delle varie Province: nessuno vi vuole mandare a casa. Non siete voi il problema. E’ chiaro che verrete riassorbiti dalle Regioni e dai Comuni corrispondenti. Il problema è il costo della politica intorno alle Province, non il costo del funzionario che lavora. E’ il costo della politica e dei politici.
Lo sapete o no che i consiglieri provinciali con incarichi specifici, gli assessori provinciali, i presidenti di Provincia hanno le auto blu, hanno i telefoni a disposizione, hanno i viaggi rimborsabili? Tutto questo di più, le consulenze e quant’altro, a cosa serve?

Iniziamo da subito la raccolta delle firme. Ci troverete nei banchetti anche in estate e fino a tutto settembre. Insieme a questa raccolta delle firme per abrogare le Province troverete un altro modulo molto importante, per il referendum di abrogazione dell’attuale legge elettorale e di sostituzione con un’altra legge che si chiama mattarellum.
Cosa significa? Oggi voi andate a votare e mettere una croce sul simbolo del partito, ma chi poi va in Parlamento in nome di quel partito lo decide il segretario del partito. Voi non scegliete niente. Scegliete un simbolo, ma magari dietro ci può stare pure Totò Riina e voi non avete nessuna possibilità di impedirlo.
Noi vogliamo una legge in cui, collegio per collegio, ci sia una possibilità di scelta nominativa, e voi che nel vostro collegio conoscete la persona perché è e deve essere del vostro collegio, valutate se dargli la fiducia o no, e quindi se votarlo o non votarlo, perché si può essere di un partito ed essere una brava persona ed essere dello stesso partito ma non essere una brava persona. Perché votare per partito preso?

Un invito, perché tutto questo dobbiamo farlo entro il 30 settembre: al più presto, a partire da sabato 6 agosto, appena vedete un banchetto dell’Italia dei Valori o comunque referendario dateci una mano a raccogliere queste firme. Abroghiamo le Province. Abroghiamo questa legge elettorale iniqua e ingiusta.

Postato da Antonio Di Pietro

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