UN POPOLO CRESCE QUANDO HA IL CORAGGIO DI CAMBIARE

E lasciatemelo dire senza mezzi termini l’ Italia da oltre 4 decenni non cresce, ne’ come democrazia, ne’ come potenza economica. Io ho sempre diviso la storia moderna della nostra giovane e immatura Repubblica in tre ventenni e ne infatizzo una sintesi.Quello del boom econonico degli anni cinquanta e sessanta, il periodo in cui o si cresceva o si ritornava al fascimo o al comunismo stalinnista. Grazie anche al piano Maeshall, alla Costituzione, alle rimesse degli italiani all’ estero, ma sopratutto alla voglia di ricostruire in armonia e solidarieta’ cio’ che la guerra aveva distrutto, il nostro paese in questo periodo e’ sempre cresciuto gradualmente da accredidarci l’ appellativo di Belpaese. Poi e venuto il ventennio 1970/1990, anno in cui ha visto l’Istituzione dei parlamentini regionali, ( a mio avviso dettato da una pessima interpretazione del decentramento locale sancito dall’ articolo Cost. 5) la nascita del leghismo, sfociato poi in quel che comunemente oggi chiamiamo berlusconismo.( diciamo che Silvio e’ figlio di Umberto e lo e’ ancora oggi) Questo e’ un periodo in cui si e’ dato inizio agli sprechi, alle nascite delle caste, alla frantumazione dell’ Unita’ d’ Italia e per dirla in parole povere; l’ inizio del declino. Tutto sotto lo sbargo disattento dell’ opposizioni! L’ utimo ventennio ( 1990/2010) se avessi la bacchetta magica lo annienterei senza esitazioni. ( anche se non eviterebbe la bancarotta del nostro che fu il Belpaese), non e’ altro che la consacarazione degli sprechi, delle caste e del saccheggio dello Stato Italiano. Parlando di caste, una volta si diceva che quella della Carta stampata, era il quarto potere, oggi signori e’ passato al secono posto dopo l’ esecutivo.( per dierne solo una) Nell’ ultimo decennio abbiamo assististito indifferenti alla nascita dell’ antipolitica ( che tutto sommato e’ ancora l’ unica forma di opposizione costruttiva) allo sfacelo della Costituzione e ad una politica del menefreghismo piu’ totale, da parte dei partiti ( anch’ essi consacrati), questa volta pero’ con la complicita’ delle opposizioni: il porcellum, il federalismo ed infine l’ incapacita’ di tutti i partiti, di proporre delle politiche alternativa.

Ho voluto fare questa lunghissima premessa, semplicente per dire ancora una volta che il nostro Belpaese, per ritornare a quella voglia di cambiare, collaborare all’ insegna della solidarieta’ e unita’ nazionale del primo periodo, deve avere il coraggio di cambiare radicamente l’ assetto democratico ed economico, con un ritorno al Culto della Costituzione e al riguardo un piccolo saggio , lo abbiamo visto con gli ultimi referendum abrogativi. Qui vorrei sfatare un altra leggenda metropolitana, di quei 27 milioni, che si sono recati alle urne piu’ della meta’, appartengono all’ antipolitica e mi auguro che questa presa di coscienza continui anche nei prossimi giorni avvenire.

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