Premio Pieve 2011: I finalisti

Sono storie di otto giovinezze sofferte quelle del Premio Pieve 2011. Avventure, espatri, fughe, trasferimenti, missioni e cronache di tempi lontani e lontanissimi, con il filo conduttore di un’età ancora esile rispetto ai fatti che la Storia impone a queste giovani esistenze.

Una coppia di ebrei appena sposata che raggiunge la Palestina nel 1939 per sfuggire le leggi razziali, un giovane aviatore della Seconda guerra mondiale che scrive alla promessa sposa che diverrà la sua “vedova di guerra” senza averlo potuto sposare. I mille espedienti di un ventenne “irredento italiano” entrato nell’esercito tedesco e poi richiamato a combattere per gli austriaci sul fronte russo, il viaggio rocambolesco nell’America del Sud di un giovane intraprendente che rimpatria per unirsi a Garibaldi. L’esistenza infelice di una donna nata nel 1938, vittima di violenze famigliari e del moralismo dell’epoca, che lascia l’Italia per la Francia appena ventenne. Le lettere scritte alla madre dall’Albania e dal fronte russo da un giovane alpino che non farà ritorno, il sofferto racconto esistenziale di un giovane uomo di fede che dalla missione religiosa svolta anche nelle Filippine, passa a quella umanitaria, dopo aver lasciato il sacerdozio. E infine una scrittura tramandata da padre a figlio, entrambi funzionari dello Stato Pontificio, testimoni straordinari della loro epoca.

La commissione di lettura del Premio Pieve, composta da Antonella Brandizzi, Luisalba Brizzi, Rosalba Brizzi, Marco Camaiti, Natalia Cangi, Ivana Del Siena, Patrizia Dindelli, Elisabetta Gaburri, Gabriella Giannini, Vera Gustinelli, Valeria Landucci, Riccardo Pieracci e Giada Poggini ha scelto i finalisti del Premio, i diaristi della Lista d’Onore e il Premio Speciale, storie che saranno protagoniste della ventisettesima edizione del Premio dei diari dal 9 all'11 settembre prossimi.

Gli otto finalisti 2011
Rosa Bartolini Presa in giro dalla vita autobiografia 1938-2007
Luigi Canzi Gran Chaco memoria/diario 1859-1860
Ettore Finzi e Adele Foà Conoscersi in trasparenza epistolario/diario 1938-1945
Salvatore Mutolo Perdoni l'ardire epistolario 1938-1942
Pier Luigi Ricciarelli Vocazione di uomo memoria 1943-1974
Antonio Savoi In fuga dalla Siberia alla Cina autobiografia 1905-1958
Francesco e Giuseppe Tedeschi Quaderno di famiglia nello Stato Pontificio diario/memoria 1789-1895
Fulvio Valentinelli Il barbiere del Reggimento epistolario 1940-1942

I finalisti saranno valutati dalla Giuria nazionale presieduta da Saverio Tutino e composta da Guido Barbieri, Camillo Brezzi, Natalia Cangi, Pietro Clemente, Beppe Del Colle, Gabriella D'Ina, Vittorio Dini, Antonio Gibelli, Lisa Ginzburg, Roberta Marchetti, Melania G. Mazzucco, Maria Rita Parsi, Sara Ragusa e Nicola Tranfaglia.

I diaristi della lista d'onore
Beatrice De Carli
Riccardo Fabbrini
Marian Farago
Elisa Gasparotto
Pietro Santoro
Lucia Sesta
Fabio Uccelli

Premi speciali
Il premio speciale “Giuseppe Bartolomei” attribuito dalla Commissione di lettura è per la memoria (1917-1918) di Carlo Foglia dal titolo Anche morire non mi rincresce.
Il premio per il miglior manoscritto originale, attribuito dall'Archivio diaristico, è un ex aequo fra due epistolari, quello di Margherita Celli e Guido Sottili dal titolo Giorni di vana attesa (1908-1910) e quello di Pietro Lenzi dal titolo Mia carissima Pupa (1941-1942).

Otto persone raccontano

I finalisti della 27^ edizione del Premio Pieve

Rosa Bartolini

nata a Monte Santa Maria Tiberina (Perugia) nel 1934

Presa in giro dalla vita

autobiografia 1938-2007

È l’autobiografia di una donna nata nel 1934 destinata a un’esistenza infelice. Un’infanzia segnata da oppressioni, doveri, responsabilità, in un ambiente familiare complesso e litigioso. Alla morte del padre nel 1940, la madre si risposa. Il patrigno, considerato da molti vagabondo e ubriacone, si approfitta di lei, che ha appena otto anni. Un fatto che segna la vita di Rosa. A seguito della denuncia e allo scandalo che ne segue, Rosa, incompresa dai parenti e vittima del moralismo dell’epoca, viene affidata prima al fratellastro poi a un istituto a Gualdo Cattaneo. Terminata la scuola è costretta a mantenere la famiglia, lavora a Roma e a Città di Castello come collaboratrice domestica e come bracciante. Il difficile legame con la famiglia d’origine, reso più duro dal controverso rapporto con la madre, spingono Rosa a sposarsi con un giovane del luogo e a trasferirsi a Nizza. Nel 1959 inizia così una nuova fase della vita non meno facile delle precedenti caratterizzato da incomprensioni e periodi di sofferenza nonostante la nascita dei tre figli.

Luigi Canzi

nato a Milano nel 1839, morto nel 1922

Gran Chaco

memoria-diario 1859-1860

Nell’ottobre del 1859 all’età di soli vent’anni, un giovane esponente della borghesia lombarda, si imbarca da Southampton con l’amico Moneta alla volta dell’America del Sud. Il compagno di viaggio deve recarsi in una piccola città ai piedi della Cordigliera delle Ande per condurre a buon fine un’impresa di colonizzazione e l’occasione di accompagnarlo e di conoscere quei luoghi soddisfa il suo desiderio di compiere un lungo ed avventuroso viaggio. Un viaggio che lo porterà ad attraversare il Brasile, l’Uruguay, il Paraguay, l’Argentina e la Bolivia, tra caldo, fame e sete, a bordo di battelli, di diligenze trainate da gauchos o in sella ad un cavallo, tra innumerevoli disavventure e incontri con indigeni selvaggi. Nel giugno del 1860 la patria lo chiama: torna in Italia per combattere a fianco di Garibaldi in Sicilia.

Ettore Finzi e Adele Foà

Ettore: nato a Trieste nel 1910, morto nel 2002

Adele: nata a Parma nel 1910, morta nel 1999

Conoscersi in trasparenza

epistolario-diario 1938-1945

Nel 1939, Ettore e Adele, appena sposati, partono da Milano per raggiungere la Palestina e sfuggire alle persecuzioni razziali. Dopo cinque anni, Ettore va a lavorare come chimico industriale ad Abadan in Persia, lasciando la moglie a Tel Aviv con due figli piccolissimi. Inizia così un fitto epistolario in cui Adele, rimasta sola a crescere i figli Hanna e Daniel, lo rende partecipe di ogni momento della vita familiare. Caparbia e tenace, nonostante le difficoltà, si adatta ai lavori più umili pur di partecipare economicamente al mantenimento della famiglia. Nelle lettere, frequenti e intense, i due coniugi condividono le ansie per i parenti rimasti in Italia esposti ai pericoli della guerra e della deportazione, le difficoltà quotidiane, le gioie. La permanenza all’estero e le paure vissute portano a scelte forti come la conversione al cristianesimo; qui emergono due punti di vista differenti, ma esemplificativi delle convinzioni di Ettore e di Adele.

Salvatore Mutolo

nato a Sant’Agata di Militello (Messina) nel 1917, morto nel 1942

Perdoni l’ardire

epistolario 1938-1942

Salvatore e Lina: due giovani e una intensa storia d’amore raccontata nelle lettere di lui dal giugno 1938 al giugno 1942. Il sottotenente di aviazione Mutolo, ad Arezzo per il corso allievi ufficiali, conosce casualmente Lina, una ragazza di Sansepolcro in città per un saggio ginnico. Immediatamente nasce una simpatia e lui inizia a scriverle. Quello che segue è un intenso rapporto epistolare in cui la semplice conoscenza a poco a poco si trasforma in vero amore, al punto che i due fissano la data del matrimonio. Il sentimento che li lega non si rafforza con gli incontri, che sono rarissimi, ma con le parole che si scambiano per lettera; l’amore si fortifica nonostante la lontananza, le differenze di mentalità e di carattere. L’epilogo del giugno 1942 è però tragico, scolpito nella memoria di Lina che ancora oggi, a novant’anni, lo racconta così: “Sesto Moschi, nipote del Duce e amico di Salvatore, mi comunicò che l’aereo fu colpito dagli inglesi e precipitato in mare. Anche se non siamo riusciti a sposarci, sono stata riconosciuta vedova di guerra”.

Pier Luigi Ricciarelli

nato a Firenze nel 1929

Vocazione di uomo

memoria 1943-1974

A diciassette anni, dopo aver frequentato le scuole e l’oratorio dei salesiani entra in seminario. Ordinato sacerdote si divide tra esperienze pastorali e attività di insegnamento nelle scuole salesiane. Viene inviato in missione nelle Filippine, ma la volontà di stare dalla parte dei più poveri e il desiderio di vivere più autenticamente la dottrina evangelica e gli insegnamenti di Don Bosco si scontrano con i dettami dei suoi superiori che non condividono l’“impostazione sociale” della sua missione. Il contrasto si fa sempre più aspro tanto che Pier Luigi sceglie di “seguire la sua vocazione di uomo”, di lavorare come operaio prima a Parigi e poi a Firenze e di lasciare il sacerdozio. Nel 1972 torna nelle Filippine ma trova un paese piegato dalla dittatura di Marcos. Entra a far parte del Fronte Democratico Filippino e incontra una donna, Meng, che sposa. Denunciato, viene imprigionato e poi, liberato, rientra in Italia con la giovane moglie.

Antonio Savoi

nato a Cembra (Trento) nel 1889, morto nel 1978

In fuga dalla Siberia alla Cina

autobiografia 1905-1958

1910 il Trentino è sotto il dominio austriaco e Antonio, pur nutrendo sentimenti di irredento italiano, è chiamato a prestare servizio nell’esercito tedesco. Terminato il servizio militare Antonio decide di lavorare negli alberghi, viaggiare in Europa e imparare le lingue, siamo alle soglie della Prima guerra mondiale. Quando scoppia il conflitto, viene richiamato dal Comando Militare di Trento, arruolato come cuoco nell’esercito austriaco e inviato sul fronte russo; ma Antonio si sente tra due fuochi: “il nemico russo” e i “suoi superiori dai quali era giudicato sospetto”. Si fa catturare dai cosacchi che gli danno la possibilità di tornare in Italia e di combattere contro l'Austria ma lui non accetta per paura delle ritorsioni verso la famiglia. Fugge in Cina per raggiungere una zia suora e dove trascorrerà alcuni.

Francesco e Giuseppe Tedeschi

Francesco: nato nel 1774, morto nel 1842

Giuseppe: nato nel 1815, morto 1895

Quaderno di famiglia nello Stato Pontificio

diario-memoria 1789-1895

Una scrittura tramandata da padre e a figlio, avviata da Francesco e ripresa alla sua morte, nel 1842, dal figlio Giuseppe. Entrambi funzionari dello Stato Pontificio, il primo all’Annona e il secondo al Dazio delle Porte di Roma, annotano, dal 1789 al 1895, le vicende private e le trasformazioni che hanno segnato un intero secolo. Testimoni straordinari di calamità naturali, quali carestie, terremoti, epidemie, inondazioni, ma anche di grandi avvenimenti storici: l’Armata della Francia rivoluzionaria che entra a Roma e proclama la Repubblica, l'avvento di Napoleone, l’occupazione militare della città, la soppressione degli ordini religiosi, la confisca dei beni ecclesiastici e l’esilio del Pontefice Pio VII, la prima guerra d’Indipendenza fino all’amaro calice nel vedersi venire in Roma l’usurpatore ed il vincitore di questa Città, proclamata Capitale d’Italia.

Fulvio Valentinelli

nato a Genova nel 1920, morto nel 1943

Il barbiere del Reggimento

epistolario 1940-1942

Fulvio è un giovane ventenne, quando nel 1940 è arruolato nel 1° reggimento degli alpini di Cuneo. Viene inviato prima in Piemonte, poi nel Trentino, in seguito in Albania e infine in Russia dove troverà la morte. Senza mai abbandonarsi alla disperazione e al lamento scrive lettere quasi giornaliere, che invia dal fronte alla madre a Genova. Fulvio è legato a lei da un profondo affetto, si preoccupa per la sua condizione di donna sola, la rassicura sempre sul suo stato di salute, sul cibo che mangia, sulle marce e soprattutto la esorta a essere tranquilla, evitando però di raccontarle tutta la verità sulla reale pericolosità della sua vita militare. È un ragazzo intraprendente: suona nella fanfara e diviene il barbiere del Reggimento, invia alla madre il denaro del suo mensile e quello guadagnato con la sua attività. . Mostra anche una fiducia spavalda sulla buona riuscita della guerra, con quella baldanza dei giovani imbevuti dalla propaganda fascista, sicuri della superiorità militare dell’Italia e certi della vittoria sulla Iugoslavia e sull’Unione Sovietica. Sfortunatamente la madre, non potrà riabbracciarlo – disperso nel tragico inverno del ’42.

XXVII Premio Pieve 9-11 settembre 2011

ufficiostampa@archiviodiari.it a.brandizzi@archiviodiari.it

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