Il Parlamento vota il rifinanziamento delle missioni all’estero e, ancora una volta, l’Italia dei Valori si oppone chiedendo con forza il ritiro del contingente italiano dall’Afghanistan.
Sono tre anni che l’Idv vuole il rientro delle nostre truppe, da quando cioè è apparso chiarissimo che quella è una sporca guerra ed è in contrasto con quanto recita l’articolo 11 della Costituzione. Lo chiediamo ogni sei mesi, ogni volta, cioè, che si vota il rifinanziamento delle missioni.
In questa legislatura, cominciata nell’aprile del 2008, piangiamo 29 dei 41morti complessivi, quasi tutti vittime di attentati. Quelle 29 vite potevano essere salvate se solo avessero dato ascolto sin dall’inizio alla nostra richiesta.
Il numero cresce ogni volta che il Parlamento decide di mantenere il contingente in Afghanistan. Dal 16 febbraio di quest’anno, data dell’ultimo voto per il rifinanziamento delle missioni, abbiamo pianto altri quattro soldati, l’ultimo pochissimi giorni fa.
In questa vera “mission impossible” siamo soli. La Lega di Bossi a Pontida chiede il ritiro delle truppe e a Roma vota la guerra. Anche le altre forze di opposizione hanno votato sempre a favore del decreto sulle missioni all’estero. Il Pd e il Terzo polo, questa volta, hanno giustificato il sì con un accordo sulla cooperazione. Noi ci saremmo augurati che il rifinanziamento della missione prevedesse soltanto la spesa per la cooperazione, cioè gli aiuti economici, commerciali e umanitari nei teatri di guerra, ma purtroppo non è così. La cooperazione, soprattutto in Afghanistan, non funziona e questo voto resta un voto per la guerra.
Ma non è solo l’Afghanistan a indurci al voto contrario al decreto. C’è anche la Libia. A parte i doppi salti mortali del capo del governo che qualche mese fa baciava la mano al dittatore Gheddafi e oggi lo bombarda, vorrei sapere cosa stiamo facendo su quel fronte. Se e quanti civili hanno ammazzato le nostre bombe? Fino a quando resteremo lì? Insomma, ci facciamo le stesse domande che si sta ponendo il Carroccio con la differenza che loro votano sì, noi coerenti, ci opponiamo anche in Aula. Ma queste domande se le pongono tutti gli italiani che non gradiscono più le finte missioni di pace.