La settimana politica è trascorsa all’insegna della mistificazione e della cialtroneria da parte del Governo. Ripercorrendone giorno per giorno l’attività, emerge uno scenario da ultimi giorni di Pompei: è evidente che la maggioranza parlamentare ha toccato il fondo. Ora se le opposizioni non vogliono mettersi a rischiare di perdere tutto quello che hanno guadagnato, devono evitare di dirsi disponibili – come hanno fatto alcuni esponenti – a sostenere Governi tecnici, di transizione, di responsabilità, di decantazione. Noi non scendiamo a patti con la casta, vogliamo che i membri di questo Governo smettano di stare attaccati alla poltrona come le cozze agli scogli e vadano a casa. Ogni giorno va sempre peggio, vedere per credere.
Lunedì gli occhi degli osservatori italiani ed esteri erano puntati sugli indici di borsa, in attesa del responso dei mercati sulla manovra economica. Manco a dirlo, Piazza Affari apre e chiude in profondo rosso: la manovra di Tremonti si conferma una spaventosa retromarcia di fronte alle difficoltà dei cittadini e degli sprechi della casta. Martedì è stato l’anniversario della strage di via d’Amelio. Alla faccia dell’onestà, Alfano è stato costretto dalle nostre bacchettate a ritrattare su una proposta di affievolimento del 41 bis, ma continua a tacere sulla nomina del suo conterraneo Saverio Romano, primo ministro nella storia della Repubblica imputato per reati di mafia.
Mercoledì si è svolta la farsa sulla vicenda Papa-Tedesco: un colpo al cerchio ed uno alla botte, la casta si è mossa trasversalmente agli schieramenti e ha condannato uno salvando l’altro.Giovedì i leghisti hanno continuato il doppio e triplo gioco, già visto sulle autorizzazioni all’arresto del giorno prima: mentre i nostri soldati rischiano la vita in scenari di guerra, il viceministro Castelli si è svegliato e ha annunciato di voler votare contro il decreto di proraga delle missioni, cioè lo stesso testo approvato in Consiglio dei Ministri dal Carroccio. Viva la coerenza.
Oggi il direttore del dipartimento di Economia dell’Università della Pennsylvania ha presentato il suo studio sulla politica italiana. Ne è emerso che l’attuale classe dirigente è la più vecchia, assenteista, impreparata e costosa nella storia della Repubblica. Per risolvere questa vergogna, Berlusconi ha annunciato che con calma, a settembre, saranno pronte le fantasiose e non condivise proposte di riforma istituzionale. Invece bisgona tagliare subito i costi della politica, abolire le Province ed eliminare la corruzione nella pubblica amministrazione. Insomma, si deve tornare subito al voto perché chi ha in mano l’Italia conferma ogni settimana che la sta solo depredando. Per un’alternativa di Governo bisogna solo restituire la parola ai cittadini, subito: l’IdV sta facendo di tutto per far scorrere più in fretta le lancette dell’orologio.