E’ finita la corsa di James “Whitey” Bulger

PIANETA AMERICA

Catturato nella vecchiaia avanzata l’ultimo dei gangster

HOUSTON, Texas – Alla fine sono scattate le manette anche per James “Whitey” Bulger, l’imprendibile primula rossa che per decenni ha tenuto in scacco polizia, sceriffi ed agenti dell’FBI di tutta la nazione. I suoi dati somatici di vecchio di ottantun anni, calvo e con una barba candida, che evocano piuttosto le immagini bonarie tipiche di Papa’ Natale, non hanno quasi nulla a che fare con le sue foto segnaletiche giovanili se si fa eccezione per quei suoi occhi terribili e senza pietà che, in molti casi, sono stati l’ultima cosa vista prima di morire dalle sue numerose vittime. L’arsenale composto da armi d’ogni tipo rinvenuto pero’ dagli agenti nel suo garage non ha lasciato alcun dubbio sul fatto che quello era il covo dove s’era nascosto il loro uomo e che questi, anche nella terza eta’, non si sarebbe arreso e, piuttosto, sarebbe stato disposto a vendere cara la pelle.

James Bulger odiava il nomignolo di Whitey, Bianchino, attaccatogli addosso nel mondo del crimine, mentre era sicuramente orgoglioso del suo primo nome, James, che condivideva con il suo grande idolo ed ispiratore James Cagney, l’attore duro, interprete di figure epiche di gangster per il mondo immortalato sulla celluloide e fatto rivivere sul grande schermo dal cinema in bianco e nero di quel periodo.

Killer spietato, dallo sguardo di ghiaccio, Bulger comincio' la sua carriera, percorsa da protagonista sulla strada insanguinata del crimine, in eta’ giovanissima. Il suo primo arresto avvenne quando era ancora un adolescente. A vent'anni si dedicava già all’arte di rapinare le banche di Bonnie e Clyde. Da Boston, la bella città storica del Massachusetts, i suoi prelievi non proprio regolari lo fecero finire presto nella baia di San Francisco dove si trova il carcere che ha reso celebre l’isola di Alcatraz. Il detenuto venuto dall’est aveva venticinque anni e l'ospitalità’ del penitenziario federale si protrasse per un decennio.

Quando nel 1965 Bulger saldo’ il suo debito con la società e fu finalmente in grado di rivedere il cielo senza la cornice delle sbarre d’acciaio della sua cella invece di redimersi e di cambiar vita promise a se stesso che mai più nessun poliziotto sarebbero riuscito a prenderlo ed a riportarlo dentro.

A questo punto, sembro’ che l’ex prigioniero di Alcatraz, pur di non ritornare in prigione, si prestasse quasi a firmare un patto col demonio. Per la sua profonda esperienza del mondo del crimine fu assunto proprio dall’FBI e comincio’ a collaborare come esperto del mondo del crimine ricoprendo il duplice ruolo di consulente e d’informatore. Contemporaneamente, lavorando in proprio, il “killer freddo come una pietra”, dalla doppia vita, non s’accontento’ dei traguardi raggiunti e comincio’ la sua scalata alle gerarchie del crimine senza farsi scoraggiare o fermare da alcun tipo di difficoltà. All’inizio degli anni settanta, nell’arco di un solo mese, assassino’ ben sei uomini iniziando anche una collaborazione con Stephen Fleming, alias “l’uomo della carabina”, che aveva ucciso strangolandola la sua stessa donna, Debra Davis. Bulger, al quale s’attribuiscono almeno diciannove omicidi, tra i quali persino quelli d’alcuni agenti federali era stato mitizzato d’alcuni come una specie di figura legendaria e di Robin Hood ma, per quanto riguarda gli orrendi episodi di tortura che gli sono stati attribuiti, ha protestato sempre con decisione ed energia la sua estraneita’ e la sua innocenza.

Il vecchio “Whitey”, non e’ stato tradito neppure dalla sua donna come era avvenuto invece al “nemico pubblico numero 1”, John Dillinger ed, alla fine, e’ stato scoperto per caso per il venir meno della sua buona sorte. Gli agenti lo hanno fatto cadere in trappola attraendolo dentro un garage con la scusa che era stato scassinato un armadietto. Adesso si può comprendere quindi perché, nell’area della Nuova Inghilterra che una volta era il suo territorio di caccia, c'è molta gente che, dopo aver appreso della sua cattura, riesce finalmente, a distanza di molti anni, a mandare un sospiro di sollievo.

La cattura di questo ultimo gangster non e’ stata priva di polemiche. S'è sottolineato il fatto che Bulger potrebbe averla fatta franca per troppo tempo a causa della sua collaborazione con le forze di polizia e che queste, pur di usufruire dei vantaggi offerti da un loro infiltrato nel mondo del crimine, non lo hanno fermato neanche quando questi s’era macchiato di numerosi delitti. Sono in molti pero’ a credere che la necessita’ di fornire risultati da parte della polizia e’ un fattore troppo motivante al punto che, a volte, non si vuole bruciare un collaboratore prezioso il quale permette di far realizzare un numero nettamente superiore d’arresti rispetto a quelli che si potrebbero effettuare soltanto a seguito delle normali indagini o di sporadici colpi di fortuna.

RO PUCCI

07 / 22 / 2011

I-AM, HOUSTON, TEXAS

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