LA CASTA: IL TAGLIO CHE NON C’E’

Sappiamo tutti che tagliare i costi è una cosa sempre difficile, soprattutto nel mondo della politica, ma speravo davvero che una persona in gamba come Tremonti fosse riuscita a “tagliare” in modo più incisivo i benefit di una classe politica che – se si pongono a confronto con i problemi del paese e i limiti di spesa per milioni di famiglie – spesso deve arrossire e stare zitta. Questa era una buona occasione per dare una lezione di serietà e di esempio ed parzialmente è stata sprecata.

Se si punta al pareggio del bilancio – obbiettivo difficile ma sacrosanto – siamo noi, i “politici” a dover dare il buon esempio non si può quindi che rimanere con l’amaro in bocca vedendo che i ministri hanno netto “no” ad autoridursi lo stipendio, così come minimo è l’intervento sul finanziamento pubblico dei partiti che è un autentico scandalo visto che gli si regala molto di più delle spese elettorali effettivamente sostenute. Un rimborso mascherato che soprattutto è offensivo rispetto all’esito di un preciso referendum nel quale gli italiani si erano espressi e a larga maggioranza e sono stati presi in giro.

E’ sacrosanto poi tagliare gli emolumenti ai parlamentari, ma bisogna dare una vera sforbiciata anche ai consiglieri regionali ed alle migliaia di incarichi pubblici per nomine auto-referenziate od espressione del potere politico. Cariche pagate spesso in proporzione all’indennità parlamentare che a sua volta (non dimentichiamolo) è parametrata a quella dei Magistrati.

Si stabilisca quindi finalmente un “tetto” massimo di stipendio onnicomprensivo per l’impegno pubblico a tutti i livelli e nessuno vada al di là. Questo anche a valere anche per attori, dipendenti RAI, conduttori, dirigenti, presidenti di società pubbliche o para-pubbliche enti controllati dallo stato o dagli enti locali.

Non è possibile ad esempio che incarichi pur prestigiosi (come i componenti delle Autority) siano super pagati centinaia di migliaia di euro l’anno: ne va della stessa credibilità del sistema.

E se giustamente il Parlamento deve purgarsi, a pagare non siano solo gli eletti ma tutto il meccanismo. Ad esempio alla Camera il costo complessivo dei deputati incide solo per il 15% sul bilancio dell’ente, il resto sono mille rivoli incontrollati. Quanti sanno che un idraulico della Camera dei Deputati guadagna molto (ma molto!) di più di una persona che in altri ambiti eserciti la stessa mansione? E vogliamo parlare degli anni di contributi extra regalati (letteralmente) dai presidenti della Camera quando finivano il loro mandato quinquennale a tutto il personale? Costi enormi che restano, pur passati i presidenti.

Anziché limitarsi a dire che un ente è inutile (vedi la discussione sulle province) si fissi piuttosto un “tetto” massimo del budget di ogni ente pubblico per le spese amministrative e di autogoverno e lo stesso criterio deve valere per tutte le aziende pubbliche dove lo stipendio degli amministratori andrebbe messo in rapporto agli utili conseguiti, senza “fissi” e gettoni.

Si stabilisca insomma che – per esempio- in un comune sindaco, assessori, segreteria, consigli comunali ecc. non debbano costare di più dell’1% della spesa complessiva. Così finalmente si capirà chi lavora e gli enti che invece stanno in piedi solo per mantenere i propri organi.

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: