Alfonso Papa e Silvio Berlusconi
Ieri (6 luglio) la Giunta per le autorizzazioni a procedere ha ascoltato la difesa del deputato Pdl e magistrato in aspettativa Alfonso Papa, che a dimettersi da parlamentare non ci pensa neanche per scherzo nonostante le accuse di favoreggiamento, concussione e rivelazione di segreti d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulla P4. Intanto, per la prima volta nella sua storia, l’Associazione Nazionale Magistrati potrebbe espellere un suo iscritto per la evidente gravità delle sue condotte. Aveva un bel dire il neosegretario Alfano che nel Pdl non tutti sono vittime di una congiura come il povero Berlusconi: ci ha pensato Papa a smentirlo, anche lui parlando di sé in terza persona e dichiarandosi subito un perseguitato. Insomma, il Pdl è una cricca di innocenti. La vicenda però trascende le miserie del Pdl, perché intorno all’autorizzazione della richiesta di arresto della talpa di Luigi Bisignani si stanno sviluppando scenari politici inaspettati e puzzolenti.
Il partito della libertà vigilata non si smentisce mai. Fino a qualche giorno aveva lasciato trapelare la tentazione di mollare Papa al suo destino, ma ovviamente era uno scherzo: c’è stata infatti una levata di scudi da parte dei suoi colleghi, anche per evitare che una volta arrestato “l’onesto deputato” potesse rendergli il favore. Quanto alla Lega, per la prima volta nella sua onorata carriera di compagna di merende e di sconcezze ha dichiarato, per voce dello stesso Bossi, di voler autorizzare l’arresto di un parlamentare Pdl: vatti a fidare, certe abitudini sono dure a morire. I Responsabili poi, a detta del Capogruppo Moffa, benché garantisti in assoluto, stavolta si riservano di valutare la particolare situazione: insomma, alzano la posta della loro disponibilità e quindi basta trovare la giusta contropartita. Il Terzo Polo, che di solito in queste situazioni si divide e dà un colpo al cerchio ed uno alla botte, ora si schiera compatto per autorizzare l’arresto. Infine, il Pd e noi dell’IdV abbiamo espresso subito la nostra volontà di consegnare Alfonso Papa alla giustizia, così come anche l’Aula del Senato deve decidere sull’arresto di Alberto Tedesco.
È sintomatico che debba essere un’inquietante vicenda di incappucciati a portare alla luce gli attuali equilibri politico-parlamentari. Se la maggioranza di “no all’arresto” è in bilico, il rischio è che a garantire l’impunità di Papa possa essere una vergognosa solidarietà trasversale. La votazione si svolgerà infatti a scrutinio segreto e, per questo, nella maggioranza c’è chi spera in un appoggio dalle fila delle opposizione per salvare il soldatino della P4 Alfonso Papa. Per questo il Pdl cerca di rimandare il voto a dopo l’estate, quando la P4 sarà un ricordo vago. Sarebbe inaccettabile se anche l’opposizione, magari dietro l’anonimato del voto o pensando ad un voto di scambio, validasse la richiesta di asilo politico dell’oppresso Papa, pure lui oggetto di una caccia all’uomo da parte della “procura rossa” di Napoli (i bolscevichi sono ormai ovunque). Se nel Pdl c’è chi afferma “potevamo finire come Papa, quindi salviamolo”, noi invece vogliamo che la P4 esca subito fuori dal Parlamento, che le autorità giudiziarie possano accertare le diverse responsabilità e che, soprattutto, nessuno si permetta di difendere chi delinque solo per paura degli scheletri che si porta nell’armadio.