In queste ore si sta discutendo alla camera un disegno di legge volto ad eliminare le province. Parecchi sono stati gli interventi che si sono succeduti, ma mi pare che non ce ne sia stato uno degno di una qualche oggettiva considerazione. Nessuno infatti parla di costi e benefici. E se ne parla, lo fa in maniera politicamente interessata.
Detto disegno di legge, come sappiamo, ambirebbe, attraverso appunto l’eliminazione delle province, a ridurre il debito pubblico, obiettivo questo che, a mio avviso, così come concepito, è fuori dalle grazie di Dio e finirebbe per aumentare i costi dello Stato in quanto le Regioni, alle quali inevitabilmente dovrebbe essere affidato parte del compito delle province, non sono affatto istituzioni virtuose, anzi, come ho avuto occasione più volte di constatare (ascensori di Feltre docent !) , esse costituiscono una sanguisuga vera e propria per le nostre già precarie risorse. Per questo io sostengo da anni che gli enti da eliminare sono le regioni le quali non sono altro che una duplicazione, in circa venti staterelli, dello stato centrale: una burocrazia insomma che emula ulteriormente quella dello stato, il quale, – cosa tristemente nota – quando gli chiedi una cosa, ti risponde (posto che ti risponda) dopo qualche anno…peraltro con una risposta non risposta, circostanza che ti induce a lasciar stare…
Le Regioni oggi costano all’anno più di una guerra …., (sono in attesa del dato preciso da parte Istat ed anche dalla Conferenza Stato-Regioni che si riunisce oggi e domani), mentre le Province costano solo 14.000.000.000 di Euro all’anno, per cui se ci imbarchiamo in una simile pazzia, il debito pubblico finirebbe per aumentare. Non molti anni fa titolavo e scrivevo un pezzo (pubblicato su Lettere al Gazzettino) che è ancora molto attuale e che ripropongo qui di seguito :
ABOLIRE LE PROVINCE? MEGLIO ABOLIRE LE REGIONI !!!
Le ricorrenti proposte di abolizione delle Province, bollate come enti inutili, motivate soprattutto dalla necessità di ridurre la spesa pubblica, non riescono a convincermi. Vuoi perché le province italiane, sono esistite fin da molto prima dell’Unità d’Italia, anche quando erano in parte autonome o addirittura erano veri e propri stati e staterelli, vuoi infine perché io le sento più vicine.Fin dall’infanzia sono stato abituato a considerare la mia provincia come un’entità geografica, economica, politica, culturale, linguistica a se stante, ben distinta dalle altre entità vicine.
Gran parte delle entità amministrative dello stato hanno uffici e sedi decentrate a livello provinciale: Prefettura, Questura, Comandi dei carabinieri, Agenzie delle Entrate e del Territorio, INPS, ASL e l’elenco è lungo. Anche le aziende private organizzano la loro presenza in modo da servire o appoggiarsi ai territori provinciali.
L’Amministrazione Provinciale, come quella comunale, è più vicina ai cittadini di quella regionale, in particolare per noi bellunesi che abbiamo diverse specificità territoriali, e così succede per tutte le altre. Anche se le province in Italia sono una novantina, esso costano meno molto e molto della ventina di Regioni che sono dei carrozzoni burocratici lontani anni luce dai cittadini, e talvolta arroganti e per niente laboriose ! Almeno dall’esperienza avuta personalmente !
Sarebbe invece proficuo, non solo allo scopo di ridurre la spesa pubblica, accorpare tutti i comuni inferiori ai 10.000 abitanti, molti dei quali, del resto, già sono costretti a consorziarsi per certi servizi, come la Polizia Municipale, le Segreterie, le biblioteche, ridurre pertanto il numero dei membri dei Consigli, unificare le comunità montane (una per provincia) e, perché no?, abolire in qualche modo le Prefetture, attuando un vecchio progetto che risale alla nascita della Repubblica Italiana . Per la responsabilità sull’ordine pubblico dovrebbero essere sufficienti, a livello locale, Questura e Carabinieri. Il risparmio sulla spesa pubblica, in questo modo, sarebbe ben superiore.
Purtroppo, nessuno ci sente quando si parla di questa rivoluzione copernicana perche essa cozza contro troppi interessi personali, elettorali, occupazionali ecc. E ciò anche nella mia provincia ove esponenti appunto della provincia sono passati in Regione ed ora non gradirebbero certo di contraddirsi rispetto al pensiero primitivo…secondo il quale era meglio abolire le Regioni.
Il discorso sarebbe lungo e, rebus sic stantibus, sarebbe anche inascoltato, non sottacendo che si dovrebbe porre mano alla costituzione che, senza pensarci troppo, certi nostri politici, assolutamente irresponsabili, non esitano un solo istante a violentarla per motivazioni il più delle volte illegittime.
Arnaldo De Porti