Manovra, dopo quello alle pensioni spunta anche il taglio alle rinnovabili

ShareIl testo finale del decreto “disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”, composto da 39 articoli e da due allegati, è stato trasmesso al Quirinale. L'ultima stesura della manovra vede confermati i tagli alla rivalutazione delle pensioni, ma apre anche un altro fronte polemico, legato ai tagli sugli incentivi per le energie rinnovabili. Una ferita scoperta a causa degli interventi penalizzanti già introdotti dall'esecutivo Berlusconi a questo settore. Una mossa che ha tutto il sapore di una vendetta del governo per la bocciatura del nucleare nel referendum del 12 e 13 giugno scorsi.

Il testo inviato al Presidente della Repubblica, infatti, prevede il taglio del 30% di “tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni” presenti in bolletta. All'articolo 35, si spiega che “a decorrere dal primo gennaio 2012 tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni, comunque gravanti sulle componenti tariffarie relative alle forniture di energia elettrica e gas naturale, previste da norme di legge o da regolamenti sono ridotti del 30% rispetto a quelli applicabili alla data del 31 dicembre 2010”. L'entità degli incentivi, dei benefici e delle agevolazioni sarà rideterminata dal ministero dello Sviluppo su proposta dell'Autorità per l'energia entro 90 giorni.

Una misura, quella del governo, duramente contestata dall'Italia dei valori che, dopo il referendum promosso e vinto contro l'atomo, insiste nell'indicare nelle rinnovabili il futuro energetico del nostro Paese. “Il taglio agli incentivi alle rinnovabili, previsto nella manovra – afferma il capogruppo dell'Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario -, svela la 'capacità' del governo di affossare l'economia, in un momento in cui il mercato mondiale si sta orientando verso l'ecosostenibilità”. Per Belisario “questa sforbiciata alle fonti energetiche alternative significa anche non rispettare il messaggio che gli italiani hanno mandato in modo chiaro e netto al governo lo scorso giugno, con i referendum: noi non vogliamo il nucleare. Poiché l'unica alternativa per cambiare sistema energetico e combattere i cambiamenti climatici è un connubio di efficienza, risparmio energetico ed energie rinnovabili, con questo taglio mi chiedo che intenzioni abbia questo esecutivo. A voler pensare male sembra una ripicca, dopo il sonoro schiaffo incassato con i referendum. Come temevamo – conclude Belisario – il testo definitivo della manovra conferma ciò che sapevamo: questo governo se ne frega dei cittadini e non rispetta né i loro bisogni, né il loro volere”.

Paolo Brutti, responsabile nazionale del Dipartimento Ambiente dell'IdV, ricorre invece a una celebre figura cinematografica per commentare la riduzione degli incentivi: “Con lo stesso istinto sadico del dentista nel film 'Il maratoneta', il Governo continua ad accanirsi sulle energie rinnovabili che costituiscono il futuro dell'Italia e del Pianeta”. E confida nel parlamento: “Chissà – dice – che non dimostri di avere almeno una parte del cervello degli italiani”.

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