Non sono mai stato un sostenitore di Tony Negri, il noto docente universitario padovano che teorizzava la necessità secondo cui, quando la dialettica democratica non riesce a far valere i suoi principi, è necessario usare la forza. Detta teoria, e forse anche… pratica (ma per Tony Negri), riconducibili entrambi a questi principi, gli costò giustamente una lunga condanna per insurrezione nei confronti dei poteri dello Stato. Ripeto, a scanso di equivoci, che non la penso come Tony Negri, da cui ho preso da sempre le distanze, come le prendo anche ora.
Mi limito solo a delle riflessioni. Domanda ? In Italia c’è davvero una democrazia, oppure esiste un manipolo di personaggi che, con i mezzi di un potente, arrivato alla ricchezza non sempre in maniera trasparente (se è ben vero che la giustizia lo perseguita da quando è entrato in politica, compreso i familiari), si è attorniato a lui per tornaconto personale più che per fare gli interessi del Paese ? Fatte salve le opportune eccezioni, che poi fanno acqua anche queste da tutte le parti, atteso che, se si ha il coraggio, anzi la spudoratezza, di affermare la convinzione che una “sgualdrinella di lusso ” è la nipote di Moubarak, è chiaro che detta “convinzione coatta” non è dettata altro se non dalla necessità di star attaccati al carro di un padrone ! Infatti, i 316-320 accoliti berlusconiani, non è che stiano facendo leggi nell’interesse del paese, ma a salvaguardia del capo che, ove avesse a cadere, si determinerebbe un pa-ta-trac conseguenziale anche per tutti loro ?
Fatta questa inutile premessa, visto che queste cose le conoscono anche i sassi, io penso che sia giunto il momento di fermarci tutti dieci minuti a riflettere. Vogliamo andare a fondo con tutto o vogliamo salvare quel pochissimo di salvabile che c’è ?
Ormai il debito è alle stelle ed, a mio avviso, non è più sanabile neanche attraverso lacrime e sangue: sarebbe come se, ad uno normale di noi, chiedessero di versare un sacco di milioni di euro percependo una pensione oppure uno stipendio di 1000-2000, o anche 5000 Euro. Ve ne rendete conto di questa impossibilità oggettiva o vi affidate ancora alla finanza creativa di Giulio Tremonti, quel nostro ministro che parla attraverso slogan facendo ritenere a chi lo ascolta di aver detto cose importanti solo perché, (forse volutamente ?), le dice allo scopo che non vengano capite … posto che abbia davvero in mente ciò che vorrebbe dire.
Oggi siamo al collasso: se si spinge verso i diritti acquisiti, alias le pensioni, di cui si sta animatamente discutendo in queste ore, ciò sta a significare che la misura è colma e che non si intravvede altra via sicura per arraffare, tra l’altro in maniera sperequata, e cioè favorendo i già ricchi a danno delle fasce medio-basse, operando sulle pensioni.
C’è chi, in buona o mala fede, cerca di alludere a un parallelismo tra la manovra di Prodi e quella attuale. Non c’è niente di più falso. Al tempo del governo Prodi era stato congelato per un anno la rivalutazione delle pensioni pari a 8 volte il minimo, con un risparmio di 140 milioni l’anno. Contemporaneamente era stato stanziato un miliardo e 300 milioni a vantaggio dei pensionati con un assegno fino a 700 euro al mese (una platea di 3,5 milioni di persone) attraverso la quattordicesima, distribuita nel mese di luglio. Era stato fatto un intervento per ridurre lo scalone, quello sui lavori usuranti, che è entrato in vigore con tre anni di ritardo, e infine era stato migliorato il meccanismo di totalizzazione dei contributi a vantaggio dei più giovani, portando la franchigia (cioè il periodo contributivo che di fatto si perde) dai 6 anni agli attuali 3 anni. Per questo, la manovra di Prodi aveva un segno assolutamente diverso rispetto a quella attuale. Oggi vengono coinvolti nei tagli 4,4 milioni di pensionati: Sacconi ripete, a mio avviso falsamente, che le pensioni non vengono toccate, invece accade sempre che con le pensioni si fa sempre cassa. Come vorrebbero fare ora questi nostri politici di basso rango. Ergo, non esiste alcun parallelismo fra le iniziative del governo Prodi e quelle di Berlusconi, a meno che non si voglia comparare cose diverse, ad esempio una vacca con un cavallo…scusate la bassezza dialettica !
Quindi ce ne passa rispetto alla manovra di Prodi e quella di questo governo. Allora si era arrivati ad un accordo a costo zero, come disse anche il povero Tommaso Padoa Schioppa, mente lucida e preparata. Qui invece si bara, si dicono cose per imbrogliare la gente. Per questo è necessario che tutti gli Italiani si sveglino e traggano spunto per una protesta, una ribellione democratica e civile, non certo alla Tony Negri di cui ho fatto cenno all’inizio, ma fermandosi tutti per un settimana intera, paralizzando il Paese, facendo vergognare chi, senza titolo alcuno pretende di governare con quattro numeri risicati, mentre il paese, in assoluta maggioranza, soffre e teme, da un momento all’altro, una paralisi che potrebbe avere conseguenze imponderabili.
Oggi infatti un “parlamentino-posticcio” di 316-320 soggetti, arruolati come sappiamo, e che sta solo vegetando per arrivare a fine mandato, (per taluni per far avere il vitalizio non ancora maturato), non avrà certo la forza di reagire e, quand’anche l’avesse con la forza, le altre istituzioni non starebbero certamente a guardare. Compreso il Presidente della Repubblica, ultimo baluardo saldo che ci resta.
Pena la guerra civile, come nella vicina Grecia. Alla quale stiamo via via e sempre più assomigliando…
Parlare a questo modo non significa fare terrorismo mediatico, ma semplicemente essere realistici !
ARNALDO DE PORTI