"Austerity"

Austerity, questa dovrebbe essere la parola d’ordine nel calciomercato non solo italiano ma anche in quello di tutta Europa (vedi la situazione Grecia) e a livello internazionale. In questa “attività” – chiamiamola così quella del mercato calciatori – si susseguono voci e smentite come in nessun altro ambito sociale e politico, forse economico sì. Perché, per molti aspetti, è ovvio, il calciomercato è un “calcio economico” che muove capitali e che indebita parecchio. È un circolo vizioso quello della compravendita dei calciatori e allenatori, un serpente che si morde la coda. Da una parte, un Presidente di un club acquista un calciatore pagandolo in maniera spropositata, elargisce stipendi da capogiro salvo poi, dopo un congruo termine, accorgersene tentando di liberarsene, non sempre riuscendovi perché molti calciatori hanno, tra le tante doti, anche quella di sanguisughe: non gioco ma guadagno e chi se ne frega! Dall’altra, ci sono procuratori e sponsor che tendono a far lievitare oltre misura il costo di acquisto e/o l’ingaggio del giocatore con tecniche di vere aste finanziarie e subdoli – ma nemmeno tanto – giochi al rialzo al grido da mercato rionale del tipo “chi offre di più?”. A volte però, gli stessi interpreti di questo teatrino rimangono intrappolati da sé stessi, dagli stipendi che percepiscono, troppo alti, e dai costi dei loro cartellini, decisamente esagerati, fuori da ogni logica di mercato. E la giostra è in movimento anche quest’anno. Campioni, o presunti tali, solo per citarne alcuni, come Sanchez, Giuseppe Rossi, Tevez, Aguero, Eto'o, Pastore, Hamsik, vengono valutati tra i 35 e i 60 Mln di euro. Nessuno o quasi, vuole o può permettersi di buttare via i soldi anche, e meno male, in virtù di quel Fair play finanziario nato sotto la gestione di monsieur Platini. Si tratta di uno strumento voluto dall’UEFA volto a garantire la stabilità del calcio negli anni a venire. Praticamente si “intende porre un freno a quei trasferimenti, a quegli ingaggi e a tutte le altre spese eccessive che hanno messo in pericolo la stabilità dei club europei nel recente passato”- come si legge testualmente dal sito dell’uefa – “Le misure entreranno in vigore gradualmente nel corso dei prossimi tre anni”. Il provvedimento centrale sarà quello sul 'pareggio di bilancio'. In pratica, i club che non soddisferanno i requisiti necessari, sulla base dei bilanci delle due annate precedenti, potranno essere sanzionati. La regola è molto semplice ed elementare: un club non può spendere più denaro di quanto ne guadagna. Il giocattolo si è rotto da tempo ma si continua a giocare lo stesso. E il calciomercato continuerà ad essere protagonista questa estate su tutte le pagine dei giornali, di carta e on-line, perché il calciomercato è come una telenovela, annoia ma si aspetta sempre un colpo a sorpresa!

Paolo Natale

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