Ci sono persone che attraversano il nostro cammino e non rimangono solamente un’ombra fugace, lasciano qualcosa al loro passaggio, un riflesso, un suono, che ti accompagnerà per tutta la vita.
Una malattia che non lascia scampo si è portato via Franco Vanzati, un uomo e un amico, un combattente a difesa dei diritti di ognuno e ciascuno, di ogni persona in difficoltà, della collettività spesso spintonata di lato.
Ho conosciuto quest’uomo nelle occasioni che fanno fraternità, momenti che non hanno facili entusiasmi o speranze certe di evolvere al meglio, e proprio in quelle circostanze che coinvolgono tutti i cittadini, ma molti si sentono nella condizione di non farci i conti, Franco è sempre stato un punto di partenza, un riferimento certo per comprendere che occorre schierarci dalla parte di chi non vede riconosciuti i propri diritti fondamentali, di chi è calpestato nei propri diritti a vivere, spesso costretto a sopravvivere.
In prima fila per dare credibilità alle parole, ai significati, per consegnare possibilità alle vere e irrinunciabili pari opportunità.
Non c’è bisogno di parlare sempre di eroi, forse occorre parlare di più della storia, del ruolo e del valore di persone come Franco.
E cosa altro è tutto ciò: non solo perseguire il benessere dei cittadini, dell’intera società, è fare Giustizia.