Il Ministro Renato Brunetta dopo aver partecipato al convegno “I Giovani Innovatori”, organizzato nell’ambito della Giornata nazionale dell’Innovazione, svoltasi presso il Complesso della Pelanda all’ex Mattatoio a Testaccio, ha voluto con una nota spiegare quanto accaduto a margine dell’incontro, quando è stato assalito da insulti e proteste di alcuni manifestanti riunitisi appositamente per disturbare lo svolgimento dei lavori. Il Ministro condanna questo atteggiamento disfattista e facilmente strumentalizzabile.
Il Ministro spiega come al termine del suo intervento abbia invitato a salire sul palco una signora del pubblico che aveva chiesto la parola; nella nota Brunetta spiega “L’ho quindi invitata a salire sul palco, nonostante dovessi recarmi entro pochi minuti al Quirinale per la cerimonia di conferimento del Premio Nazionale per l’Innovazione, alla presenza del presidente Napolitano. Ho però preferito lasciare la sala quando ho capito che la signora intendeva sollevare il problema dei precari nella Pubblica Amministrazione: un argomento non solo estraneo al tema del convegno ma che avrebbe richiesto bel altro tempo e ben altra attenzione“.
A quel punto da parte di alcuni suoi sodali sono iniziati a volare insulti accompagnati dall’esposizione di un grande striscione di protesta, a riprova di quanto la loro azione fosse stata premeditata con cura a fini mediatici. Questo il motivo del duro giudizio del Ministro rivolto non certo ai precari tout court, ma solo a chi si “dedica” a disturbare appuntamenti ufficiali. Come dichiara il Ministro: “Ribadisco con forza: “Siete l’Italia peggiore”. L’Italia peggiore è infatti quella di quanti – non avendo di meglio da fare – irrompono sistematicamente in convegni e dibattiti per interromperne i lavori, insultare i presenti e riprendere la loro bravata con una telecamerina portatile per poi passare subito il video ai giornali amici (che notoriamente pullulano di precari). L’Italia peggiore è di quanti si nascondono compiacenti dietro questi signori (come Pierluigi Bersani e Leoluca Orlando Cascio), sostenendoli in maniera strumentale pur senza conoscere argomenti e fatti. L’Italia peggiore è quella che usa la Rete come un manganello per agguati squadristici, senza aver nulla da dire. Che pena”.