Centrodestra: Un tram chiamato desiderio. L’autogol della destra apre ora le porte ad uno scenario del tutto diverso

a WINDOW on ITALY

HOUSTON, Texas – Per la destra la situazione su entrambi i lati dell’Atlantico non e’, in fondo, molto diversa. Mentre negli USA un’armata Brancaleone di troppi galli ( e galline ) comincia a contendersi la primogenitura per l’unzione alle presidenziali prossime venture, in Italia una seconda campana funebre sembra suonare gli ultimi rintocchi di un’ingloriosa Caporetto certamente non prevista ne tanto meno auspicata.

Nel Belpaese i segnali che l’aria non fosse più quella di prima c’erano stati tutti. Dalle profezie, piuttosto facili, seguite alla prima batosta e diffuse da Ferrara dal suo Radio Londra, ai primi e nervosi dietrofront televisivi del poliedrico conduttore di Porta a Porta che, ultimamente, era arrivato persino a punzecchiare il tanto riverito Capo del governo.

Adesso, alla luce degli ultimi schiaccianti risultati del referendum, il progetto per l’Italia del PDL e della Lega rimasti orfani dei Finiani, sembra più quello di un “tram chiamato desiderio” che avrebbe dovuto portarli lontano e che e' finito per fermarsi invece prima del capolinea.

Per i conservatori italiani e’ crollato il teorema, tanto ripetuto fino alla nausea, secondo il quale vincere alle elezioni vuol dire fare poi ciò che si vuole in barba ed in opposizione con ciò che s'aspetta realmente l’elettorato. Nei vari dibattiti televisivi, nei talkshow, gli effettivi della “squadra” berlusconiana che ora si leccano delle ferite forse mortali non capivano o davano a vedere di non capire che i rappresentanti del popolo devono attenersi al pensiero ed ai desiderata di chi li elegge.

Ora, mentre davanti ai fotografi intenti a documentare l’incontro col leader israeliano i ministri Gelmini e Romani, consci dei “mala tempora” che corrono, sorridono pateticamente ai flash a denti stretti e mentre il loro leader cerca di evadere domande imbarazzanti, non si può fare a meno di notare come questi che ha appena ricevuto lo sberleffo autorevole dell’Economist e la comunicazione di un nuovo procedimento a suo carico per vilipendio della Magistratura, non riesca a recuperare un po’ dell’invocata serietà ed insiste nel prodursi in grottesche esibizioni come critico dell’arte, paragonando il dipinto alle sue spalle raffigurante il Parnaso con quanto si verifica nel suo Bunga Bunga in compagnia dell’amico Apicella.

Mentre s'attende in proposito un giudizio autorevole di Vittorio Sgarbi una cosa e’ ormai certa. Il nuovo disastro d'oggi che vede già Bossi prendere le distanze da un’ancora troppo pesante che lo sta tirando giù sul fondo e’ stata paradossalmente determinata anche fuori dai confini italici.

A parte la copertina con la frase lapidaria che tutti citano e tutti commentano ed in base alla quale il Capo del governo avrebbe “fottuto” il suo paese, il siluro forse più micidiale per la destra e’ venuto proprio dalla Germania quando questa la prima volta ed in controtendenza con l’Italia dichiaro’ di non volersi immergere fino al collo nella nuova guerra libica e poi quando, mentre gli Italiani dopo Fukushima venivano ripetutamente frastornati dalle assicurazioni nucleariste di Romani appresero da questa che, per il futuro, i partner Tedeschi avrebbero visto chiudere ad una ad una tutte le centrali che erano presenti sul loro territorio.

E’ stata questa ultima stoccata, alla vigilia di un nuovo referendum sul nucleare già respinto e ripresentato cocciutamente ed ottusamente, a fare capire come all’amministrazione del Belpaese non calesse molto ne’ della sicurezza del popolo italiano ne’ tanto meno della sua opinione in proposito.

Ed e’ stato cosi’ che il tram chiamato desiderio della destra italiana e’ finito per rivelarsi e per diventare per Berlusconi ed i suoi il tram al quale questi ora dovranno attaccarsi.

RO PUCCI

I-AM, HOUSTON, TEXAS

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