Belisario: "Serve un asse Idv-Pd-Sel, siamo al servizio dei cittadini e non ci interessano i giochi di potere"

di Ignazio Dessì

Dopo la batosta delle amministrative arriva la sberla referendaria. Il governo Berlusconi incassa un altro brutto colpo e dall’opposizione si levano sonore e scoppiettanti le richieste di dimissioni. Rispetto a Bersani e Vendola (e persino Casini) lesti celebrare la vittoria e rivendicare elezioni anticipate, c’è però la posizione di un Di Pietro incredibilmente cauto che invita a “non cadere nella strumentalizzazione”. Non si tratta tuttavia di un cambio di tendenza. La spallata al governo va data e forte – spiega con dovizia di particolari in questa intervista il presidente del gruppo dipietrista al Senato Felice Belisario – ma non per il risultato dei referendum (ai quali “hanno votato sì anche molti elettori del centrodestra) ma “per le sue scellerate scelte economiche, per la fallimentare politica estera, per le mancate risposte sul lavoro e la giustizia sociale”. Più che festeggiare bisogna, insomma, costruire un programma alternativo insieme alle altre forze di opposizione. Senatore, dopo la batosta delle amministrative è arrivata per Berlusconi e la maggioranza quella dei referendum.
“Sì, i cittadini hanno chiaramente sconfessato la politica del Governo Berlusconi. L'Italia dei Valori è impegnata da tre anni per dare al Paese una prospettiva politica diversa, opponendosi ad una maggioranza abusiva, oggi piena di truffatori, e incapace di governare. Anche per questo abbiamo raccolto oltre due milioni di firme, quando nessuno credeva nel successo dei referendum, e abbiamo presentato la candidatura di Luigi de Magistris, eletto sindaco di Napoli con un vero e proprio plebiscito. Siamo usciti dai vecchi schemi delle segreterie di partito e abbiamo puntato ad un rapporto diretto con gli elettori: sono loro che hanno messo in minoranza la cricca di centrodestra, ora la distanza tra la maggioranza parlamentare e il Paese reale è assolutamente insanabile”.Le ultime elezioni amministrative e il risultato referendario hanno fatto emergere una gran voglia di cambiamento da parte dei cittadini, non crede?
“Esatto, e noi ci facciamo interpreti di questa voglia di cambiamento per costringere Berlusconi a prenderne atto: sappiamo che da quest'orecchio non ci sente, quindi vorrà dire che faremo sentire più forte, in piazza e in Aula, la voce degli italiani che chiedono una svolta nel governo del Paese”.

Dopo la vittoria referendaria, di cui siete stati protagonisti, Di Pietro è sembrato voler frenare sostenendo che è meglio non strumentalizzare il risultato delle urne. Perché? Non le sembra che gli elettori abbiano dato anche un chiaro segnale politico di intolleranza verso l'attuale Governo?
“Sia chiaro: l'Italia dei Valori è sempre stato il partito più critico nei confronti del Governo, eravamo per le dimissioni di Berlusconi prima dei referendum e lo siamo anche dopo. Ma, avendo chiesto un voto sui temi dei quesiti referendari e non sul premier, vogliamo evitare di strumentalizzare l'esito della consultazione facendone il solo motivo di opposizione all'attuale maggioranza. La vittoria dei sì certamente rappresenta un enorme schiaffo alle scelte dell'esecutivo in materia di acqua, ambiente e giustizia, e si aggiunge come un carico da 90 agli scandali, alla questione morale, al conflitto di interessi, alle promesse demagogiche puntualmente non mantenute, ai tagli lineari, alle riforme devastanti come quella dell'università, all'allarmante tasso di disoccupazione e più in generale al crollo socio‐economico del Paese che la permanenza di Berlusconi a Palazzo Chigi sta causando”.Quindi?
“Prima Berlusconi se ne va, meglio è per il bene dell'Italia, perché ha governato solo per salvarsi dai processi”.Allora siete favorevoli alla presentazione di una mozione di sfiducia?
“In Parlamento c'è una maggioranza falsata, senza le carte in regole che cerca disperatamente di arginare il crollo di consensi: è ormai un comitato di propaganda che sforna solo slogan, come la famigerata riforma fiscale che non vedremo mai. Il Governo, sfruttando le dinamiche del ricatto, ha conquistato qualche deputato e ha ottenuto i numeri in Parlamento: quindi presentare una mozione di sfiducia, che sarebbe prevedibilmente respinta, servirebbe solo a legittimare una maggioranza costruita con la compravendita parlamentare. Noi continueremo a fare opposizione con la consueta tenacia e lavoreremo ad una piattaforma programmatica del centrosinistra, per costruire un'alternativa di Governo in grado di ridare speranza al Paese”.A questo proposito l’opposizione è chiamata ora a fare una proposta sia sull’energia che sulla gestione dell’acqua. Pensa sarà facile?
“L'Italia dei Valori ha inserito nel suo programma la proposta di una politica energetica basata su fonti alternative e rinnovabili in tempi non sospetti. Il nostro territorio offre risorse naturali che vanno valorizzate nella prospettiva di uno sviluppo ecosostenibile, abbiamo l'occasione di allinearci alle scelte delle democrazie più avanzate tutelando l'ambiente e aumentando l'occupazione, visto che la green economy, pur di fatto contrastata dal Governo, ha generato in Italia ben 20.000 posti di lavoro in un anno. Ma la maggioranza di centrodestra è incapace di amministrare la cosa pubblica senza oliare gli ingranaggi del clientelismo e della speculazione. Proprio sulla gestione delle risorse idriche, la privatizzazione è l'esatto opposto di ciò che occorre: lo Stato deve realizzare investimenti per eliminare gli sprechi, rendere efficiente la rete e ridurre quindi i costi, garantendo che l'acqua sia un diritto e non un profitto. Noi abbiamo le idee chiare, è la maggioranza che ha dato prova di divisione e incertezza su questi temi: vedi la lite tra i Ministri Prestigiacomo e Romani sulle rinnovabili o il voto favorevole di diversi esponenti del centrodestra all'abrogazione delle norme sulla privatizzazione dell'acqua”.Cosa farà ora la Idv e cosa dovrebbe fare l’opposizione?
“L'Italia dei Valori sta raccogliendo i frutti del lavoro di tanti anni di impegno politico e civile, da movimento di protesta passiamo a candidarci a forza di Governo e a componente essenziale della coalizione di centrosinistra. Voglio sottolineare la progressiva convergenza delle forze di opposizione sulle nostre posizioni, che un tempo erano considerate troppo radicali e che oggi, di fronte alla scandalosa anomalia della politica berlusconiana, diventano necessarie per far uscire il Paese dallo stallo”.Voi siete disponibili a una coalizione che includa anche il Terzo Polo o privilegiate un’alleanza con i soli Pd e Sel?
“È il tempo di guardare avanti, noi siamo per una coalizione riformista costruita sulla base di programmi condivisi ed è per questo che puntiamo all'asse Pd, IdV e Sel (il quale in questo momento, secondo un sondaggio Ipr Marketing, avrebbe la maggioranza nel Paese ndr). L'Italia ha bisogno di una guida solida che si occupi senza ostacoli e veti incrociati dei problemi del Paese: economia, lavoro, scuola, Mezzogiorno, servizi pubblici, etica e rispetto delle regole democratiche sono i punti sui quali tutte le forze politiche sono chiamate a confrontarsi. Siamo aperti a dialogare, nell'interesse del Paese, con chi condivide queste priorità, ma non ci interessano i giochi di palazzo: il nostro impegno è per una politica al servizio dei cittadini”.

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