CERTO CHE CI SONO MOLTI DUBBI SUI VERI SCOPI DI QUESTO REFERENDUM

 

Pubblicato da Rosario Cambiano

 

C’era qualcosa che non capivo sul quesito referendario sull’acqua. Quando è così di solito e’ perché c’è un inganno. Allora prima ho ragionato con i sostenitori del Sì, e già subito era chiaro una cosa: SE VINCE IL SI’ l’ACQUA RIMANE IN MANO AI POLITICI CHE L’HANNO GESTITA FINO AD OGGI. Ma poi, ragionandoci, ho capito che c’era qualcosa di più, qualcosa di SPAVENTOSO.

Sono andato a leggere le norme e ho VERIFICATO che la VITTORIA DEL SI realizzerebbe il piu’ grande furto dei politici a danno delle comunita’ locali e A FAVORE DELLE MULTINAZIONALI .

Il Referendum sulla privatizzazione dell’acqua (che non esiste- non c’è nessuna privatizzazione) viene presentato con falsità a dir poco TRUFFALDINE. e il risultato sarà LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA PER DAVVERO.

Ecco perché nemmeno il centro destra dice nulla, ANZI SILENZIOSAMENTE ACCONSENTE.

Il quesito n.1 del Referendum viene presentato per un referendum per salvare la proprietà dell’acqua,

ED INVECE COLPISCE LA PROPRIETA’ DEI COMUNI A FAVORE DELLA VENDITA

Si tratta di un REFERENDUM SU TUTTI I SERVIZI PUBBLICI, non solo dell’acqua (sono esclusi solo i serivizi di gas naturale, energia elettrica e il trasporto regionale ferroviario).

Le norme della Unione Europea e la Costituzione impongono che SI DEBBANO GARANTIRE A TUTTI I SERVIZI ESSENZIALI ma facendo in modo che NON CI SIANO CARROZZONI POLITICI . L’art.23 – bis che si vuole abrogare AFFERMA CHIARAMENTE questo principio.

La legge pone i paletti e stabilisce che, PUR GARANTENDO A TUTTI I SERVIZI ESSENZIALI, si deve trovare il modo che il comune possa far RISPARMIARE I CITTADINI con il ricorso al mercato dove possibile. La legge oggi non esclude che si possano affidare i servizi anche a cooperative sociali oltre che alle società. Se vince il sì prima tutto DIVENTERA’ STATALE, ma in seguito, per imposizione europea sulla concorrenza nei servizi, si dovrà rimettere tutto sul mercato, cioé verrà svenduto alle multinazionali .

Quello l’attuale legge (che si vuole cancellare) va a colpire è proprio IL MODO CHE HANNO I CARROZZONI POLITICI DI GESTIRE LE COSE ANCORA IN REGIME DI MONOPOLIO, MA SOLO FINO ALLA VENDITA OBBLIGATA DALLA UE

 

Per fortuna questo è vietato dalle NORME EUROPEE, ecco perché dopo aver STATALIZZATO TUTTO, il governo sarà costretto a vendere al miglior offerente, E SOLO LE MULTINAZIONALI SARANNO IN GRADO DI COMPERARE , a prezzi stracciati.

I promotori hanno convinto tutti che si tratta di un referendum per la PROPRIETA’ DELL’ACQUA, ma è falso. Si tratta della sola distribuzione, anzi, si vuole cancellare una parte di legge che AFFERMA CHIARAMENTE CHE LE RETI IDRICHE SONO PUBBLICHE.

Se vince il Sì …… LE MULTINAZIONALI POTRANNO COMPERARE ANCHE LA RETE E FARE IL PREZZO CHE VOGLIONO MENTRE OGGI E’ VIETATO

Per altro la legge già ora stabilisce che LA RENUMERAZIONE DELLE SOCIETA’ PRIVATE E’ LIMITATA AL RECUPERO DELL’INVESTIMENTO.

Cioé oggi c’è il principio che NIENTE INVESTIMENTI – NIENTE GUADAGNI e recuperati gli investimenti si ridiscute il contratto.

Quando le Multinazionali compreranno la rete, FARANNO QUELLO CHE VOGLIONO.

OCCORRE LEGGERE MONTAGNE DI LEGGI, TRATTATI, NORME, REGOLAMENTI PER CAPIRE LA PORTATA DEL REFERENDUM

Basti pensare che l’articolo di legge che si propone di cancellare è di circa 4 pagine.

La sentenza costituzionale che si cita nel quesito è di 110 PAGINE , e verte su intricati conflitti fra governo e alcune regioni sulla questione dei servizi pubblici, compresa la gestione dei rifiuti. Le regioni più attive nella diatriba costituzionale sono state la CAMPANIA, LA LIGURIA, LA TOSCANA, L’EMILIA IL PIEMONTE, L’UMBRIA E LA PUGLIA. La Campania si è vista perfino cancellare un pezzo di propria leggi. Ma sostanzialmente la Corte ha tolto l’ingerenza del Governo nelle regioni, pur non permettendo alle regioni di monopolizzare il mercato regionale.

Per capire la portata del quesito diamo un’occhiata REALE ALLA LEGGE cercando di dire l’essenziale.

L’articolo 23-bis CHE SI VUOLE CANCELLARE PER INTERO DICE

1. Le disposizioni del presente articolo disciplinano l’affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, in applicazione della disciplina comunitaria e al fine di favorire la piu’ ampia diffusione dei principi di concorrenza, di liberta’ di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale, nonche’ di garantire il diritto di tutti gli utenti alla universalita’ ed accessibilita’ dei servizi pubblici locali ed al livello essenziale delle prestazioni, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettere e) e m), della Costituzione, assicurando un adeguato livello di tutela degli utenti, secondo i principi di sussidiarieta’, proporzionalita’ e leale cooperazione. Le disposizioni contenute nel presente articolo si applicano a tutti i servizi pubblici locali e prevalgono sulle relative discipline di settore con esse incompatibili.

Si rileggano le parti in neretto, garantiscono il servizio essenziale: NESSUNO VERRA’ MAI PRIVATO DELL’ACQUA COME INVECE SUCCEDE OGGI IN CERTE ZONE

Leggendo il seguito del punto 1 (comma 1 art.23 bis) si capisce che l’abrogazione andrà a colpire TUTTI I SERVIZI PUBBLICI LOCALI tranne la distribuzione del gas naturale, dell’energia elettrica e il trasporto ferroviario regionale.

Il punto 2 stabilisce le regole di affidamento dei servizi locali che sono diversi a seconda che la società di servizi sia privata o di proprietà mista pubblica e privata (cioé dei comuni con operatori locali).

E previsto anche che qualora “a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato, l’affidamento puo’ avvenire a favore di societa’ a capitale interamente pubblico, partecipata dall’ente locale, che abbia i requisiti richiesti dall’ordinamento comunitario” cioé società a maggioranza di proprietà dei comuni, purché questo sia giustificato dalla situazione , così che COMUNQUE VENGA GARANTITO IL SERVIZIO. Fino alla sentenza della Corte Costituzionale, il governo poteva stabilire i criteri per gestire queste situazioni “eccezzionali” in base ai propri piani di stabilità (comma 10 lett.a) ma questo E’ STATO CANCELLATO in quanto in base alla Costituzione il compito SPETTA alle regioni. Questo vuol dire che se vincono i “Sì” tutto torenerà IN MANO ALLO STATO a danno delle regioni e sopratutto dei comuni che oggi sono i proprietari degli enti. Questo vorrà dire che le regioni che hanno assetato i propri cittadini non risponderanno più come invece oggi sono obbligati.

TTENZIONE : VIENE CANCELLATO il punto 5 dell’art.23 bis che afferma

“5. Ferma restando la proprieta’ pubblica delle reti, la loro gestione puo’ essere affidata a soggetti privati.”

il che vuol dire che SE VINCERANNO I “Sì” ANCHE GLI ACQUEDOTTI POTRANNO ESSERE VENDUTI DALLO STATO ALLE MULTINAZIONALI COME GIA’ HANNO VENDUTO MOLTA PARTE DELLE RETI ELETTRICHE E DI TELECOMUNICAZIONE LASCIANDO ALLO STATO SOLO I COSTI !!!

In giro per l’Italia ci sono CARROZZONI DI POLITICI che sopravvivono parcheggiati dentro alcuni enti di servizio pubblico che invece OGGI SONO DESTINATI A SPARIRE . Infatti il punto 8 dell’art.23 BIS li condannano a sparire dal 1 gennaio 2012 , e da allora le società di servizi dovranno assumere il personale secondo le regole di QUALITA’ ED EFFICIENZA, non per raccomandazione e indicazione politica.

SI TRATTA DI UN GRANDE RIPULISTI DELLA CASTA CHE IL REFERENDUM METTE IN DISCUSSIONE

Ricordate la recente puntata di Report sulle assunzioni alla società dei trasporti del comune di Roma?

Con l’attuale legge quei meccanismi sono destinati a sparire perché dal 1 gennaio e i bandi di gara di affidamento regolate dalle leggi europee a società trasparente impediranno le assunzioni “politiche”.

SE INVECE VINCONO I “SI’” QUESTI CARROZZONI SARANNO SALVI IN BARBA ALLE LEGGI EUROPEE – ANCORA PARASSITISMO – MA IN SEGUITO SARANNO COSTRETTI A VENDERE I TUBI ( CHE OGGI NON E’ POSSIBILE) PER METTERE A POSTO LA RETE (LO STATO NON HA I SOLDI). SARANNO LE MULTINAZIONALI A CUI VERRANNO VENDUTE LE SOCIETA’ E PROBABILMENTE ANCHE I TUBI, MA COMPRERANNO IL TUTTO CON I POLITICI DENTRO: SE VINCONO I SI SONO SISTEMATI A VITA !

Ma che cosa succederà SE VINCE IL REFERENDUM, cioé una volta CHE TUTTI I SERVIZI PUBBLICI DIVENTERANNO DELLO STATO?

Sicuramente l’Unione Europea sarà costretta ad aprire un procedimento di INFRAZIONE dell’Italia.

Forse l’Italia paghera’ una MEGA MULTA, ma poi alla fine l’Italia sarà costretta ad obbedire ALLE REGOLE EUROPEE oppure ad USCIRE DALL’EUROPA. Cioè lo Stato sara’ costretto a vendere tutto quello che avra’ preso dai comuni (aziende buone e cattive ).

Ma tu sai che queste aste , essendo tutte su servizi pubblici, OVVIAMENTE VERRANNO FATTE IN STILE ENEL, ALITALIA ecc., vale a dire che compreranno tutto le MULTINAZIONALI.

Mentre oggi i COMUNI ben amministrati sono proprietari di BUONE SOCIETA’ che le multinazionali non possono comperare PERCHE’ EFFICIENTI E TROPPO COSTOSE (alcune valgono miliardi), quando il Governo venderà TUTTA LA RETE NAZIONALIZZATA IN UN SOL COLPO a comperare saranno

SOLO LE MULTINAZIONALI !!!

se vince il Sì sarà vantaggioso per le multinazionali

Non si abbiano dubbi che il governo SARA’ COSTRETTO A VENDERE TUTTO, altrimenti si dovrebbe USCIRE DALL’EUROPA. Anche perché sono richiesti investimenti per centinaia di miliardi , che lo Stato Italiano non ha.

Questo vuol dire che il referendum serve A ESPROPRIARE I COMUNI VIRTUOSI, e questo permettera’ AL GOVERNO DI FAR CASSA A DANNO DI QUESTI COMUNI, ma permetterà alle multinazionali di ENTRARE NEI MERCATI CHE OGGI LE SONO ESCLUSI PER LA PRESENZA DI BUONE SOCIETA’ DI PROPRIETA’ COMUNALE, cioè DEI CITTADINI.

Esattamente il CONTRARIO DI QUELLO CHE DICONO I COMITATI PER IL SI’

La conferma del reale scopo del Referendum sull’ acqua , NAZIONALIZZARE TUTTO, cioé dare in mano ai politici , è scritta pure nel sito del Comitato promotore del referendum , il comitato per il “Sì” , che scrive ( )

“Siamo cittadini, donne e uomini liberi che da anni si battono per una gestione dell’acqua pubblica, partecipata e democratica.”

Dunque vogliono la gestione dell’acqua pubblica, il che non ha nulla a che vedere con la PROPRIETA’ DELL’ACQUA. MA OGGI I TUBI SONO PUBBLICI , ED E’ IL REFERENDUM CHE LI RENDE VENDIBILI CANCELLANDO IL punto 5 dell’art.23-bis

Poi scrive “”abbiamo difeso l’acqua dagli speculatori, dal mercato e dagli interessi.”

Quindi l’obbiettivo è difendere l’acqua dal mercato, ma non dagli interessi dei politici che fino ad oggi l’hanno gestita rubando e scialacquando riducendola ad un colabrodo.

“Ci battiamo contro la logica del mercato” quindi l’obbiettivo non è l’acqua, ma il mercato,

“Sull’acqua vogliamo decidere noi.”

Noi chi? I comuni, i comitati, o lo STATO COME SARA’ SE VINCONO I SI’

“Sull’acqua possiamo farlo anche grazie ai tre referendum per la ripubblicizzazione dei servizi idrici.”

Ecco: questo è l’obbiettivo dichiarato CHIARO e lampante: RENDERE STATALI (“ripubblicare”) i servizi idrici.

Questo significa METTERLI NELLE MANI DEI POLITICI DI ROMA , GLI STESSI CHE LO HANNO GESTITO PER 50 anni, gli stessi che hanno tenuto il sud a secco, che hanno poi fatto accordi con le camorre, magari gli stessi politici che gestiscono la spazzatura di Napoli ?

Ma stiamo scherzando ? Io gli sputerei in faccia a quelli che hanno ridotto la rete idrica italiana ad un colabrodo, che hanno costretto paesi interi al razionamento dell’acqua per decenni.

 

Poi ci sono anche altre realtà, come le aziende PRIVATE a PROPRIETA’ COMUNALE efficienti che ci sono nelle Venezie. Qui almeno le tariffe sono decenti, l’acqua è buona. Certo, ci sono in questi enti virtuosi anche alcuni politici che ci mangiano, ma con le norme attuali in futuro se sgarrano SARANNO COSTRETTI ALLA COMPETETITIVITA’, e non costeranno nulla ai contribuenti .

MA SE VINCE IL SI, anche le aziende PRIVATE di proprietà dei comuni che ci sono nel nord Italia VERRANNO RIMESSE IN MANO AI POLITICI DI ROMA, TUTTO STATALE, quello stato che ha ridotto Napoli ad una discarica.

DICONO : “Siamo in tanti e con l’aiuto di tutti possiamo riprenderci l’acqua.”

Ma perché , hanno RUBATO l’acqua ? Qualcuno vuole rubare l’acqua ? O la verità è che l’Europa ci costringe a TAGLIARE I CARROZZONI POLITICI e questi si oppongono?

Ancora : FORSE CHE DOPO AVER RESO DELLO STATO QUESTE AZIENDE DEL NORD LO STATO LE VENDERA’ ALLE MULTINAZIONALI PER FAR CASSA ? FORSE L’OBBIETTIVO E’ PROPRIO QUELLO DI RAGGIRARE IL POPOLO ?

Andiamo a vedere i quesiti per capirci qualcosa e andiamo nel sito http://www.acquabenecomune.org

Intanto cominciamo con il notare che gli estensori dei quesiti sono TUTTI DEL SUD tranne 1

Estensori:

Gaetano Azzariti (ordinario di diritto costituzionale Università di Roma La Sapienza)

Gianni Ferrara (emerito di diritto costituzionale Università di Roma La Sapienza)

Alberto Lucarelli (ordinario di diritto pubblico Università di Napoli Federico II)

Ugo Mattei (ordinario di diritto civile Università di Torino)

Luca Nivarra (ordinario di diritto civile Università di Palermo)

Stefano Rodotà (emerito di diritto civile Università di Roma La Sapienza)

Il sito induce a pensare che si voglia “vendere” l’acqua, ma questo cosa significa ?

NON SI DEVONO PAGARE LE BOLLETTE ?

Non è che per caso con la NAZIONALIZZAZIONE della distribuzione si permetterà a chi non paga la bolletta di CONTINUARE A NON PAGARLA ?

Passiamo all’analisi tecnica del primo quesito

Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione

«Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?»

Intanto andiamo a prenderci la legge qui http://www.altalex.com/index.php?idnot=42063 e leggiamo che l’obbiettivo della legge è (art.1 lett.a)

“un obiettivo di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche che risulti pari al 2,5 per cento del PIL nel 2008 e, conseguentemente, al 2 per cento nel 2009, all’1 per cento nel 2010 e allo 0,1 per cento nel 2011 nonche’ a mantenere il rapporto tra debito pubblico e PIL entro valori non superiori al 103,9 per cento nel 2008, al 102,7 per cento nel 2009, al 100,4 per cento nel 2010 ed al 97,2 per cento nel 2011;” cioé si voleva dare una raddrizzata ai conti, mentre la lettera b dice che la legge vuole riavviare l’economia anche attraverso “interventi volti a garantire condizioni di competitivita’ per la semplificazione e l’accelerazione delle procedure amministrative e giurisdizionali incidenti sul potere di acquisto delle famiglie e sul costo della vita” , cioé si vuole aumentare la concorrenza che altrimenti i baracconi assistenziali ci portano a picco.

Questo l’obbiettivo della legge, OCCORRE VEDERE SE LO RAGGIUNGE E COME .

La legge parla di favorire la Banda Larga (internet insomma, art.2), le Start Up (nuove imprese insomma, art.3 ) poi sistemi di investimento per l’innovazione avanzata(Art.4.1) specie per il Sud (art 4.1 bis aggiunto), poi lotta all’inflazione (art.5 ), BANCA DEL MEZZOGIORNO (art.6 TER) e via di seguito si parla di energia, IVA sugli idrocarburi, Case , TAV, EXPO, Istruzione, Riceca ecc

Nel Video l’analisi dell’art.23 che si vuole cancellare: esso stabilisce la proprietà pubblica delle reti, garantisce il servizio a tutti, obbliga alla trasparenze ed alla efficienza le classi parassitarie di parcheggiati politici, e pure mette molti freni all’arrivo delle multinazionali proprio nei servizi pubblici.

 

CERTO CHE CI SONO MOLTI DUBBI SUI VERI SCOPI DI QUESTO REFERENDUM

In sintesi:

Il quesito chiede di cancellare un intero articolo (il 23-bis) di 4 ( QUATTRO! ) pagine di una legge che allinea all’Europa e che riguarda QUASI TUTTI I SERVIZI PUBBLICI (acqua, spazzatura, trasporti locali ecc)

Al contrario di quello che fanno credere i promotori in questo articolo CHE SI VUOLE CANCELLARE e’ affermato:

– che la proprietà delle reti E’ PUBBLICA

– che il servizio è garantito a tutti

– che si deve garantire la trasparenza nelle assegnazioni (e non la camorra)

– che le societa’ multinazionali hanno grossi limiti nell’entrare

– che i guadagni delle societa’ devono ESSERE LIMITATI AL RECUPERO DEGLI INVESTIMENTI

In pratica SE VINCE IL REFERENDUM

– si conservano LE BARONIE e LE CASTE POLITICHE parcheggiate negli enti

– si dice no alla proprieta’ pubblica delle rete

– si pongono le condizioni per VENDERE TUTTO ALLE MULTINAZIONALI

A mio avviso il Referendum NON E’ DA VOTARE, perché votare NO può favorire il raggiungimento del quorum.

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