Fincantieri, prima vittoria ma ora serve nuovo piano

La redazione IDV

I lavoratori di Fincantieri hanno ottenuto una prima, importante vittoria. Nell’incontro di questa mattina al ministero dello Sviluppo economico l’ad Giuseppe Bono ha ritirato il piano industriale che prevedeva 2550 esuberi, la chiusura degli stabilimenti di Castellammare di Stabia e di Sestri e il ridimensionamento di quello di Riva Trigoso. Ora si apriranno due tavoli regionali in Campania e in Liguria, ma il ministro Romani giura che “senza soluzioni condivise non chiuderà nessuno stabilimento”.

I 2000 lavoratori arrivati a Roma, dopo giorni di mobilitazione in tutta Italia, hanno accolto la notizia con un applauso, pur nella coscienza che la partita è tutt’altro che terminata. A Roma avevano trovato ad attenderli un’organizzazione dell’ordine pubblico dissennata se non addirittura provocatoria, stretti tra il Circo Massimo e i Colosseo da due agguerriti cordoni di agenti. “Abbiamo dimostrato – commenta infatti il sindaco di Genova Marta Vincenzi – molto più senso di responsabilità del Questore e delle forze dell’ordine”.

L’Italia dei valori è stata al fianco dei lavoratori di Fincantieri sin dal primo momento, in tutta Italia. “Il ritiro del piano – hanno commentato in un comunicato congiunto Antonio Di Pietro e il responsabile del Lavoro Maurizio Zipponi – è un primo importante risultato della lotta dei lavoratori e della pressione politica che l'Italia dei Valori ha svolto nel Paese e in Parlamento per richiamare alla propria responsabilità il governo che rappresenta l'azionista di riferimento. Questa decisione però non basta, è necessario redigere immediatamente il piano nazionale del settore navalmeccanico e cantieristico per procedere urgentemente alla riorganizzazione dei cantieri italiani”.

In questi mesi l’Idv non si è limitata a sostenere le proteste. Ha avanzato proposte alternative, con l’obiettivo di mettere in campo quella politica industriale strategica e progettuale che il governo ignora da sempre. Di Pietro e Zipponi hanno riassunto quindi i capitoli in cui si articola la proposta dell’Idv “La rottamazione di tutte le navi obsolete e inquinanti, come previsto e incentivato dalla comunità europea; un intervento sui bacini dei cantieri tale da permettere costruzioni di navi più grandi; nuovi prodotti per la ricerca in mare offshore e un intervento finanziario a sostegno di coloro che investono su nuove navi per la mobilità delle merci e per il turismo. Infine, il governo italiano deve predisporre un piano per i porti in coerenza con le nuove autostrade del mare che vedono interessato in particolar modo il Mediterraneo, e quindi direttamente l'Italia. Ecco perché non basta il ritiro del piano ma ne serve immediatamente uno nuovo. Per farlo servirebbe un governo autorevole che capisse qualcosa di politica industriale, capace di evitare la perdita di uno dei fiori all'occhiello dell'industria italiana. Purtroppo questo governo non c'è, non esiste, ed per questo che IdV insiste affinché si vada al più presto al voto, mettendo al posto degli attuali governanti chi invece è capace di fare il proprio mestiere nell'interesse generale del Paese”.

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