Mafia. Crocetta (PD): “Il nord si ribelli. Imprenditori e politica denuncino con forza infiltrazioni mafiose”

Gela 18 magg. “La soddisfazione di chi come me milita nell’antimafia da anni è grande: nomi eccellenti del crimine organizzato e delle cosche mafiose vengono fuori e con essi i loro progetti criminali. Gli attentati, l’acquisto delle armi per eliminare chi si oppone ai loro oscuri disegni, il traffico delle armi per imporre la loro barbarica legge, il traffico delle sostanze stupefacenti con collegamenti internazionali, il racket delle estorsioni, operazioni criminali che non si svolgono solo in Sicilia e nel territorio gelese ma che trovano un grande palcoscenico a Busto Arsizio, in Lombardia dove una parte della classe dirigente continua ancora a sostenere che la mafia non esiste quando grandi affari delle cosche si sono spostati proprio nelle aree del ricco nord”.

Lo dichiara Rosario Crocetta, eurodeputato del Partito Democratico. “Oggi – continua Crocetta- anche al nord, lo schema è ulteriormente peggiorato, non solo con gli affari apparentemente legali ma con le attività illecite, con il pizzo diffuso che richiede ovviamente un grande controllo territoriale. Anche le armi acquistate per assassinare me o qualche imprenditore che ha denunciato, vengono comprate da imprenditori gelesi già installati li da anni, organici al sistema mafioso, anzi essi stessi mafiosi. L’operazione della Procura Antimafia di Caltanissetta e della Polizia di Stato fa emergere il nuovo scenario di una mafia che non ha rinunciato, come qualcuno frettolosamente continua a dire, ai delitti e alla violenza, ma che insieme a questi realizza una sintesi perfetta di complicità con settori profondamente deviati dell’economia, che fanno la concorrenza e mettono fuori mercato l’imprenditoria onesta. Una mafia che si insinua nelle amministrazione, ha i suoi collegamenti attraverso funzionari dei comuni ma anche qualche volta e forse, spesso, collegamenti anche tra amministratori e consiglieri. L’operazione di oggi la chiamerei “operazione chiarezza”. Il Re è nudo. Quante volte la mafia di Gela è stata sottovalutata, è stata indicata come un’organizzazione di pastori dediti a qualche estorsione e qualche attentato e invece con questa chiave di lettura si è consentito nel passato un’enorme crescita. Le cosche di Gela – aggiunge l’eurodeputato del PD – erano divenute tra le più potenti d’Italia, con attività sul territorio nazionale e persino all’estero. Oggi l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine, assieme alle associazioni antiracket di Gela e devo dire con orgoglio anche l’azione avviata dalla mia amministrazione, consentono le giuste letture e consentono di dare duri colpi ad una mafia che ha distrutto la città di Gela ma che si è espansa in molte altre zone. E’ l’ora che anche Busto Arsizio si ribelli, abbiamo avuto già qualche segno in quella città attraverso le denunce che sono state fatte da una gelese e due bustocchi ma è troppo poco. La politica non faccia finta di credere che il nord sia l’eden dell’efficienza e della trasparenza. Il nord si deve collegare con le esperienze democratiche del sud e con quelle città che fanno la lotta alla mafia, ma anche con le associazioni del mezzogiorno che sono in prima linea e con quella Confindustria Sicilia che ha determinato una grande svolta nel modo di fare impresa.

Voglio fare i ringraziamenti più sinceri alla procura di Caltanissetta e Gela e alle forze dell’ordine, ma con altrettanto rigore – conclude Crocetta – invito la politica siciliana a fare chiarezza e l’imprenditoria del nord a cominciare a fare sul serio e non “babbiare” come si faceva un tempo a Gela e in Sicilia.

Per ulteriori informazioni e comunicazioni

Francesca Scaglione

(3280504237)

ufficiostampa@rosariocrocetta.com

www.rosariocrocetta.com

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