“Il Governo non fa altro che dire che non siamo i soli in Europa, ma in realtà  non ci si muove da un’empasse che sta divorando l’Italia”

Secondo un rapporto diffuso dall’Acli catanese, le famiglie della città siciliana appaiono sempre più a rischio povertà e piegate dalla disoccupazione dilagante, si attesterebbe intorno al 43% la quota delle persone senza lavoro.

“La situazione catanese è speculare a quella dell’intero paese – osserva Aniello D’Angelo, viceresponsabile per le politiche sociali dell’Italia dei Diritti -. Si registra un tasso di disoccupazione record, ciò nonostante il Governo non fa altro che dire che non siamo i soli in Europa, che rispetto ad altre nazioni, ce la stiamo cavando meglio. La realtà è che non ci si muove da un’empasse che sta divorando l’Italia”.

L’indagine denuncia crescenti problematiche sociali, legati all’instabilità economica, quali l’emergere di nuove paure. Secondo i dati Acli, oltre al timore di rimanere disoccupati, segue la paura di vivere in solitudine, di non riuscire a pagare cure mediche nel caso di malattia, di cedere al malaffare.

“Alla radice di tutto questo – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, c’è il problema della disoccupazione. Il governo centrale e, in questo caso, l’amministrazione siciliana non stanno facendo abbastanza. Per quanto riguarda Palazzo Chigi poi, bisogna che investa fondi per incrementare l’occupazione, non solo le poltrone da sottosegretario. I dati riportati dall’Acli catanese sono una triste conseguenza della mancanza di lavoro. C’è il rischio – conclude D’Angelo -, di una rivolta popolare, per il pane, per la casa. Quando viene a mancare la possibilità di accedere a beni di prima necessità la situazione è esplosiva”.

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