Ancora ‘ndrangheta al nord, oppure – come scritto da Catozzella nel suo Alveare – si tratta ormai di ‘ndrangheta del nord. Già perché Claudio Lucia è nato a Como 46 anni fa e su quel ramo del lago per anni è stato responsabile degli affari in Lombardia della cosca Pesce, quella di Rosarno. Claudio Lucia è attualmente in carcere ma risulta a lui riconducibile la Società Break Sandwich sas, con sede a Como in via Cadorna 25 e intestata a tale Savino Intagliatore, prestanome di turno.
Claudio Lucia è galeotto dal 10 marzo scorso, arrestato in Spagna in esecuzione di un mandato internazionale, ma ancora le indagini sul suo conto (e sui soui conti) non si chiudono. Le società sequestrate alla cosca Pesce su ordine del Tribunale di Reggio Calabria – sulla base di una specifica richiesta formulata dal Procuratore Capo di Reggio Calabria Pignatone, dal procuratore aggiunto Prestipino e dal sostituto Cerreti – riguardano servizi connessi al trasporto e al commercio di generi alimentari: in tutto sono stati messi sotto sigilli beni per circa 12 milioni di euro. Oltre alla Break Sandwich sono stati posti i sigilli a un’altra società, con sede a Milano in via Giuseppe Parini, la Società cooperativa ” Open work Soc. Coop. Arl” esercente l’attività di “Servizi connessi ai trasporti terrestri”.
I provvedimenti sono una prosecuzione dell’operazione «All Clean» del 21 aprile e riguardano aziende, immobili, denaro e titoli detenuti da appartenenti alla cosca in Lombardia, tra Milano e Como, e in Calabria, nella provincia di Vibo Valentia. Le persone destinatarie dei provvedimenti sono appunto Claudio Lucia, e Salvatore Pesce, di 50 anni, fratello del capoclan Antonino, attualmente in carcere, padre di Giuseppina, la donna le cui dichiarazioni hanno portato alla disarticolazione della cosca.
