Bucchino (PD): “Lasciare gli italiani all’estero fuori dal teatrino della politica”

Con il collega Antonio Razzi pensavo di avere in comune due cose, e non più di due: essere stato eletto nella Circoscrizione Estero, anche se in una ripartizione diversa dalla sua; essere stato oggetto di “attenzioni”, come diversi altri parlamentari, da parte di emissari berlusconiani che con “solidi” argomenti hanno cercato di rimettere in sesto i numeri di una maggioranza ridimensionata dalle defezioni finiane. Come ho avuto modo di dire qualche mese fa, ho rifiutato la ben incentivata etichetta di “responsabile” incollata sul raggruppamento dei fulminati sulla via di Damasco, lasciando al bell’Antonio il piacere delle sue gite fuoriporta. Prosit.
Sulle colonne di un giornale di larga tiratura, ho scoperto ieri di avere in comune con lui una terza cosa: la titolarità di una proposta di legge che tende a esentare i connazionali all’estero dal pagamento dell’ICI sulla casa sfitta di proprietà in Italia. L’importante quotidiano non può fare a meno di ricordare che la sensibilità immobiliare di Razzi, associata ad un’altra sua viva inclinazione, quella finanziaria, è già venuta all’attenzione dell’opinione pubblica quando lui stesso ha parlato dell’acquisto dell’appartamento a Pescara e della fatica a farvi fronte. Facile la deduzione del giornale: dalle leggi ad personam a quelle pro domo sua.
Non ricorrerò a mia volta al latinorum per fare illazioni di qualsiasi natura sulle ragioni che hanno indotto l’onorevole Razzi a presentare la sua proposta di legge sull’esenzione dall’ICI anche dei residenti all’estero. Devo rilevare, però, con crescente amarezza come le evoluzioni giudiziarie o parlamentari di alcuni eletti nella Circoscrizione Estero alla fine si traducano in veri e propri gavettoni pieni di incomprensioni e pregiudizi scagliati in modo indiscriminato sugli italiani all’estero. Con l’ulteriore conseguenza di banalizzare o stravolgere problemi reali che richiederebbero invece attenzione e approfondimento. Anche per questo danno d’immagine sinceri ringraziamenti ai Di Girolamo e ai Razzi di turno, e magari a qualche altro in arrivo sulle cronache giudiziarie.
Per quanto riguarda l’ICI, è opportuno dire con chiarezza che ai danni degli italiani all’estero proprietari di una casa sfitta in Italia è stata commessa una discriminazione da quel governo Berlusconi che Razzi “responsabilmente” ha deciso di salvare. Essi, infatti, sono stati esclusi dall’esenzione, mentre nel ’93 erano stati assimilati per l’esenzione di base ai residenti in Italia. Eppure è noto a tutti che quella casa spesso è il riferimento più importante che gli emigrati hanno in Italia e che è costata anni di sacrifici e risparmio per realizzarla, conservarla e magari un giorno abitarla. Più di un anno fa ho presentato, assieme ai colleghi del PD eletti all’estero e ad altri deputati, una proposta di legge che tende a sanare questa discriminazione. Ora, i giochi di prestigio organizzati intorno a questo governo rischiano di deviare l’attenzione da queste e altre cose serie e di avvolgere l’immagine degli italiani all’estero di un velo di opportunismo e di privilegio. Con tutto il rispetto per i grandi canali di informazione, non ci sto. C’è un’altra rappresentanza che vuole parlare di problemi reali e di cose serie e oneste. Che bisogna fare per far arrivare in prima pagina gli italiani all’estero che lavorano seriamente e non svendono le loro convinzioni?

Gino Bucchino

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