E alla fine i nodi vengono al pettine …

Cari Colleghi,

nei giorni che hanno preceduto la Pasqua si sono susseguiti così tanti avvenimenti che per esaminarli compiutamente ci vorrebbero pagine e pagine di considerazioni e, comunque, tutte le relative problematiche non si riuscirebbero a sviscerare in modo veramente serio ed approfondito.

Riteniamo perciò che possa essere utile dare dei semplici flash, dai quali ciascuno potrà trarre le proprie personali conclusioni. Divideremo l'esposizione in tre punti specifici: 1) la manifestazione all'Adriano e l'astensione dalle udienze, 2) la posizione della maggioranza del Consiglio dell'Ordine di Roma sulla media-conciliazione, 3) la Corte Costituzionale sul “caso Graziani”.

L'aspetto che però da tutto questo emerge chiaramente – e lo sottolineo con dispiacere – è che il nostro Consiglio dell'Ordine di Roma in un momento storico e sociale difficilissimo per l'Avvocatura non ci sta rappresentando né ci tutela come sarebbe suo compito.

Il Presidente Conte, infatti, da una parte non aderisce all'astensione contro la mediazione obbligatoria ma poi pretende di partecipare alla manifestazione “a condizione però che sul palco non vi siano rappresentanti di piccole associazioni locali e che venga data la parola solo ai Presidenti degli Ordini” (leggi il verbale del 7.4.2011), dimenticando che la libertà di parola è uno dei principi cardine della democrazia e della nostra categoria. Oltretutto con il suo atteggiamento e con le sue dichiarazioni dà l'occasione ai media per sostenere l'esistenza di una divisione nell'Avvocatura (leggi l'articolo su Affari e Finanza), che sulla materia della media-conciliazione non esiste assolutament e poiché la base dell'Avvocatura ha fatto fronte comune.

Del resto, è dell'altro giorno una sua email dal non chiaro significato nella quale, oltre a tentare di prendersi i meriti altrui, l'unico aspetto rilevante è costituito dall'intento di delegittimare l'Oua (e sarà un caso, visto che l'Oua lotta contro la mediazione obbligatria?).

Che caduta di stile, poi, fissare l'Assemblea per il bilancio del Consiglio dell'Ordine di Roma proprio nello stesso giorno della Manifestazione all'Adriano (leggi la convocazione) con lo scopo di approvarselo insieme ad una trentina di fedelissimi. Infatti è andato v ia dal palco della manifestazione mentre erano ancora in corso gli interventi che riguardavano tutta l'Avvocatura italiana !

Ma noi non ci arrendiamo e continueremo a fare tutto quanto in nostro potere per sopperire a queste evidenti carenze.

1) L'ASSEMBLEA DELL'ADRIANO E L'ASTENSIONE DALLE UDIENZE.

La manifestazione al Cinema Adriano di Roma è stata la seconda iniziativa di denuncia e di protesta indetta dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura contro la media-conciliazione obbligatoria. Ancora una volta vi è stato un entusiasmante successo, così come per l'adesione all'astensione dalle udienze per due giornate (90% di adesione anche in penale). Inoltre abbiamo celebrato la vera e propria vittoria costituita dal rinvio alla Corte Costituzionale da parte del Tar della normativa sulla mediazione a seguito delle eccezioni sollevate dall'O.U.A., da Agire e Informare e dall'Associazione degli Avvocati Romani sugli artt. 5 e 16 del D.L.gsl. 28/2010.

Anche i Consigli dell'Ordine di Napoli, Firenze, Salerno, Torre Annunziata ed altri hanno partecipato al giudizio innanzi al Tar contro la mediazione obbligatoria. Al riguardo, è bene chiarire che, contrariamente a quanto sostenuto dal Ministro della Giustizia, la sospensione dell'efficacia della normativa non poteva essere concessa poiché i ricorrenti vi avevano rinunciato preferendo discutere il merito della questione in breve tempo, come in effetti è avvenuto.

E qui sorge il primo interrogativo: dove era il Consiglio dell'Ordine di Roma mentre noi e altre Istituzioni forensi agivamo a tutela dei cittadini e degli Avvocati?

Forse l'attuale maggioranza era troppo impegnata ad organizzare la cena con gli oltre 200 candidati del primo corso per mediatori indetto dal Consiglio dell'Ordine!… (leggi la comunicazione di Condello).

E comunque non hanno inserito nel Regolamento dell'Organismo dell'Ordine di Roma le 3 semplici clausole (leggi la nostra proposta), che avrebbero permesso di superare gli effetti negativi della legge.

2) LA POSIZIONE DEI CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA SULLA MEDIA-CONCILIAZIONE.

Ecco cosa dichiarano alcuni Consiglieri di maggioranza dell'Ordine di Roma in merito alle nostre proposte tese a tutelare i cittadini e gli Avvocati:

– Condello: “La bozza del nuovo Regolamento … è stata elaborata in conformità al D.M. 180/2010” (quello stesso, cioè, che è stato rimesso alla Corte Costituzionale dal Tar Lazio).

– Arditi di Castelvetere: “La gravità di tale condotta è ancor più evidente dovendosi considerare lo scopo palesemente elettorale e di natura propagandistica, in alcun modo rispettoso del dovere di correttezza e, soprattutto, in violazione dell'obbligo di segretezza che gli stessi, in ragione della loro carica, sono obbligati a rispettare” (leggi l'intera dichiarazione).

– Gianzi: “Organizzare un corso per circa 700 colleghi è cosa titanica, come la messa in opera dell'Organismo di Mediazione e la gestione del servizio di segreteria: tentare di vanificare questi sforzi è veramente irresponsabile” (leggi l'intera dichiarazione).

– Conte: “Il Presidente richiama l'attenzione del Consigliere Di Tosto sul fatto che quella e.mail propala il segreto dell'ordine del giorno (?!) dell'adunanza, in questo consiste la gravità e tendenziosità della comunicazione preventiva”.

– Murra: “… l'Ordine non deve dare, in questa sede, «indicazioni ai colleghi», ma solo adottare un Regolamento che, se fosse contrario alla norma primaria, sarebbe censurabile dinanzi al giudice amministrativo e annullabile. Le proposte dei Consiglieri Di Tosto e Vaglio … sono chiaramente volte a boicottare l'Istituto della Mediazione che, piaccia o no, ormai è in vigore e col quale occorre fare i conti” (peccato per il Consigliere Segretario che, dopo solo 5 giorni, proprio quel giudice amministrativo di cui lui paventa l'intervento abbia rimesso la norma primaria innanzi alla Corte Costituzionale!) – Leggi uno stralcio della lunghissima dichiarazione di Murra.

Bene ha fatto il Consigliere Alessandro Cassiani a rilevare l'aspetto “un po' freddo e solo burocratico” dell'intervento di Murra, specificando che “essere un Organismo istituzionale non significa che debba accettarsi una legge senza protestare”.

Un'altra considerazione va a questo punto fatta: da parte dei Consiglieri di maggioranza del nostro Ordine c'è il continuo richiamo alla segretezza sulle questioni che il Consiglio dell'Ordine deve affrontare, oggi addirittura riferita inspiegabilmente all'ordine del giorno, mentre qualche tempo fa – ricorderete – riguardava il tentativo di pagare con i nostri soldi i correttori dei temi della Scuola forense. Tutto questo non sarà forse finalizzato a rendere pubbliche le sole decisioni finali, mettendo i Colleghi di fronte al fatto compiuto quando ormai non c'è più nulla da fare?

In ogni caso il Regolamento dell'Organo di Mediazione del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma è stato approvato con il voto contrario dei Consiglieri Di Tosto e Vaglio nei limiti del mancato inserimento delle clausole da loro proposte (vedi la dichiarazione di non approvazione del Regolamento).

Al contrario, i Consigli dell'Ordine di Napoli, Torre Annunziata e praticamente tutti gli altri Consigli campani hanno dimostrato di difendere realmente i Colleghi introducendo nei Regolamenti dei propri Organismi di Mediazione una clausola che prevede l'immediato rilascio del verbale negativo, senza costi aggiuntivi, se la parte, nell'atto introduttivo, dichiara di proporre l'istanza di mediazione al solo fine della procedibilità dell'azione giudiziaria ma di non voler aderire alla procedura di mediazione.

E' evidente che, a fronte della posizione di chiusura del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma e finché un altro Organismo di mediazione di Roma non dovesse accettare le nostre condizioni, saremo costretti a suggerire a tutti i Colleghi di proporre le proprie istanze di mediazione ai soli fini della procedibilità presso tali organismi campani. Fra qualche giorno, quindi, scioglieremo la riserva dando indicazioni più precise.

3) LA CORTE COSTITUZIONALE SUL CASO GRAZIANI.

Ormai quasi tutti i Colleghi sono stati informati della decisione della Corte Costituzionale sulle elezioni di gennaio 2010, in base alla quale l'attuale Consigliere dell'Ordine di maggioranza Alessandro Graziani non era candidabile (leggi l'ordinanza n. 138/11 con particolare attenzione alle parti evidenziate).

Voglio ricordare a tutti come, in modo a dir poco inelegante, Domenico Condello all'epoca scrisse un editoriale dal titolo: I “trombati alle elezioni” non sanno cantare la famosa canzone: “Bisogna saper perdere” (leggi l'editoriale in versione integrale).< /span>

Oggi riteniamo di poter rispondere – purtroppo senza la medesima ironia trattandosi di questioni serie e molto gravi – che il Consiglio dell'Ordine dovrebbe essere rappresentato solo da chi sia eletto in modo trasparente.

Perciò ci domandiamo e poniamo a tutti i Colleghi i seguenti quesiti di natura strettamente politica:

– è corretto aver candidato nella propria lista in violazione della legge un componente della Commissione d'esame per avvocato ?

– perché il suo capolista, Antonio Conte, all'epoca Segretario in carica da due bienni e Consigliere dell'Ordine da oltre dieci anni, pur conoscendo perfettamente l'illegittimità della candidatura, ha voluto Graziani nella propria lista?

– senza i voti di Graziani (2.523 – 5° classificato) la lista dell'attuale Presidente Conte avrebbe ottenuto ugualmente la maggioranza di 8 Consiglieri? O forse, in base alla classifica finale, ne avrebbe persi un altro paio?

– senza quella maggioranza da parte di Antonio Conte, sarebbe avvenuto ugualmente il “salto sul carro del vincitore” da parte di tre attuali consiglieri che sono stati eletti con i voti della nostra lista (Murra, Arditi di Castelvetere e Nesta) e che stanno sostenendo una maggioranza che, altrimenti, tale non sarebbe?

E’ chiaro che il Presidente Conte e la sua maggioranza non appaiono rappresentativi dell’Avvocatura Romana e delle sue reali esigenze.

Nonostante queste amare considerazioni, continuiamo per la nostra strada con integrità morale e senza complicità, certi che i Colleghi sapranno valutare correttamente i fatti e le persone che li compiono.

A presto.

Mauro Vaglio, Pietro Di Tosto

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