DOPO IL NUCLEARE TOCCA ALL’ACQUA: FERMIAMOLI E SALVIAMO LA DEMOCRAZIA

Inutile fingere che siano discorsi complicati perché invece sono fin troppo semplici: o si è favorevoli al nucleare e alla privatizzazione dell’acqua, oppure si è contrari. Tertium non datur. Il Governo invece fa esattamente il gioco delle tre carte e si permette il bluff della riflessione circa il destino del Paese.

È evidente che l’unico pensiero della maggioranza è sottrarre ai cittadini il diritto di esprimersi: dopo il decreto che rimanda di poco il ricorso alle centrali atomiche, il Governo annuncia un intervento analogo anche sulla privatizzazione dell’acqua.

Un attacco di Berlusconi ai referendum, cuore della democrazia, l’anticamera di un colpo di Stato per lasciare in piedi la legge che gli serve per salire al Colle: il legittimo impedimento.

Il Ministro Romani cerca di giustificare un tentativo di golpe con la necessità di vaghi “approfondimenti legislativi” (quasi si trattasse di uno studente di giurisprudenza) o di misteriose “evidenze scientifiche” (come se fosse un cacciatore di ufo), che guardacaso annullano i referendum. Il vero ostacolo al percorso di Berlusconi sono proprio i cittadini e il Governo ha deciso di voler tappare loro la bocca per salvare il legittimo impedimento e ripartire tra qualche mese con le centrali atomiche e l’acqua ai privati: affari da miliardi e miliardi di euro.

Intanto mettere in pausa la politica energetica nazionale e la gestione delle risorse idriche è gravissimo perché significa sottrarre investimenti e programmi di sviluppo per le infrastrutture e gli impianti; significa anche fermare la ricerca sulle energie alternative e rinnovabili, continuare a lasciar lievitare le bollette e a fare scempio dell’ambiente, per i livelli di inquinamento ma anche gli sprechi causati dall’attuale sistema italiano di produzione e approvvigionamento, obsoleto e malandato. Ma l’aspetto più inaccettabile è che tutto ciò è finalizzato a garantire l’impunità al premier, anche a costo di scardinare i principi democratici e costituzionali.

Berlusconi sta dicendo a chiare lettere che ha intenzione di trasformare la nostra Repubblica in una dittatura sudamericana dove i cittadini sono sudditi e chi governa ha il potere assoluto. Quando abbiamo raccolto quasi due milioni di firme per i referendum lo abbiamo fatto senza il supporto dei partiti di opposizione: va bene, ma stavolta abbiamo bisogno di una mobilitazione generale, attiva e permanente, per consentire ai cittadini di salvare la democrazia il 12 e 13 giugno. Prima che sia davvero troppo tardi.

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