Rinnovabili, la Ue boccia il decreto Romani

Deciso stop della Ue alle politiche del governo Berlusconi sulle rinnovabili. L'Unione europea avvisa l’Italia che il decreto Romani e le norme che si avvia a varare in settimana sono una vera e propria bomba contro il processo economico, sociale e ambientale che è partito con lo sviluppo delle energie alternative.

Con una lettera inviata dal Commissario Ue all'Energia, Oettinger al ministro dello Sviluppo Economico Romani, l’Europa dà ragione agli imprenditori e ai lavoratori del settore, mobilitati da settimane contro una norma che mette a rischio gli investimenti e l’occupazione.

Nella lettera di Oettinger si sottolinea come “le modifiche che alterano il ritorno finanziario dei progetti esistenti rischiano di violare principi generali di diritto nazionale e comunitario, ma soprattutto di compromettere la stabilità degli investimenti nel settore, con possibili ripercussioni sulla ripresa economica”. Il Commissario Ue chiede a Romani che la legge di recepimento della direttiva europea per le rinnovabili sia attuata “in maniera stabile e prevedibile e di essere particolarmente cauto nel considerare misure che possano avere ripercussioni sugli investimenti già effettuati”.

In sostanza, a giudizio della Ue, essendo il decreto Romani e il IV Conto energia retroattivi, rischiano di creare danni gravissimi a un settore in forte slancio.

Intanto, sul fronte della mobilitazione, SOS Rinnovabili e i sindacati dei metalmeccanici hanno indetto una manifestazione per mercoledì 20 aprile, alla quale ha aderito anche l’Italia dei valori. “E’ grave – dicono in un comunicato il presidente del partito, Antonio Di Pietro e il responsabile welfare e lavoro Idv, Maurizio Zipponi – che questo governo continui a perseguire la strada pericolosa del nucleare, che i cittadini bocceranno attraverso il referendum promosso dall’IdV, e penalizzi invece un settore che ha creato nel nostro Paese più di duemila nuove aziende che danno lavoro a oltre 150mila persone”. “Le energie rinnovabili rappresentano il volano per il rilancio dell’economia e l’alternativa futura alle obsolete centrali nucleari e, per questo, non devono essere ignorate”, concludono.

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