Una mattina mi son svegliata e pedala la Libertà 

Una mattina di aprile, mi son svegliata e ho trovato un video di gennaio 2011 La Révolution Tunisienne con una certa canzone a noi nota in Italia…
Non è noto un Ciclista Blogger e persona straordinaria, ancora come riteniamo “noi” debba essere: Mounir Romdhani. E’ primavera, quella dei Gelsomini in Tunisia e dall’Italia Tunisia Italia in bicicletta Goodbike Mounir Romdhani, parte il nostro Abbraccio con un Bella Ciao, ho inserito anche una nuova e mai passata versione: Bella ciao a Vittorio Arrigoni.

Saremo al suo arrivo in Italia, probabile ai primi di giugno, quando tornerà dalla Tunisia. Lo seguiamo ogni giorno su Reset Italia e Facebook,Twitter …senza padroni e padrini che ci comandino. Ringrazio per la foto che ho trovato sulla sua pagina FB a nome Munir Romdani, il blogger Majdi Calboussi che ha uno spazio comunicativo ricco di immagini e report in Rete: . Mounir dal 16 aprile, è anche con due pagine straordinarie, a lui dedicate da Andrea Satta sull’ Unità, in cartaceo e on line. Questo 0021624330592 è il contatto telefonico e ricordo che il viaggio è stato reso possibile e attende contributi, grazie all’Associazione 24 marzo.it: http://www.24marzo.it/. Troverete una pagina a lui dedicata, con i dettagli.
E veniamo alla cronaca blogger, “senza ordini e confini”.

Mounir ai primi di marzo aveva messo anche lui un video Révolution tunisienne.

Stanotte Mounir mi ha scritto e riporto tale e quale: “Finalmente dopo aver preso la nave, sono in campo nella bella e maltrattata Tunisia,è facile spiegare cosa ho trovato! Un paese libero da una famiglia mafiosa e una polizia corrotta, che come codardi sono scappati,lo si nota appena arrivi al porto!! Poca polizia e doganieri servizievoli, è cambiato tutto, possibile che i tunisini sono stati in grado di fare tutto questo? La mano lunga del regimeè stata spezzata sbranata senza pietà, presi a calci nel culo,se lo meritano e glieli ne darei altrettanto anche io…appena uscito dalla dogana è venuto dietro a me un giovane poliziotto che ha iniziato a farmi domande sul mio viaggio. Il tempo necessario di dargli tempo per farmi tre domande e poi gli ho detto gurdandolo negli occhi: “è un interrogatorio questo che vuol sapere di preciso cosa ho da fare?” un passo indietro e mi dice “no volevo solo farle sapere che siamo a sua disposizione se ha bisogno” Ah bene – rispondo io- tempo fa queste cose non succedevano!sono cambiate le cose!-mi risponde dicendomi- sono nuovo e voglio essere al servizio del mio paese, e poi non ho mai visto un tunisino che fa quello che stai facendo tu” Dentro me stesso ho pensato a tutti quei tunisini che potevono fare meglio di me per il mio paese ma sono stati costretti a fuggire. Mi sono avviato a la Goulette neanche un km dal porto,volevo assaggiare l’aria per un ciclista…ho fatto un giro e nessuno mi ha degnato di interesse particolare,uno sguardo e via,come se fossi a Milano. Si notava la gioia e l’orgoglio, la fierezza. Coppie passeggiavano mano nella mano e altre si baciavano,tutto tranquillo. Sono andato in albergo lungo il mare, una doccia e poi sono uscito per mangiare, ho trovato un ristorante non lontano dal’albergo , sono entrato mi sono seduto e ad un tavolo vicino c’ erano sedute 5 persone che bevevano birre e vino tutto alla luce del sole e senza problemi. La televisione era collegata su Al Jazeera, e ogni volta che si parlava di Ben Ali iniziavano a imprecare con gusto e senza censura,io meravigliato ridevo e strigevo il pugno in segno di felicità e gioia!!! Il giorno dopo mi sono diretto verso la capitale che dista dieci km da La Goulette. La strada porta in una piazza adiacente al ministero degli Interni, che io ho battezzato ministero delle torture: intorno tutto filo spinato militari guardia nazionale e polizia. Sono rimasto fermo a guardare, mi sono seduto e dicevo a me stesso stai buono e calmo. Sentivo la rabbia che mi saliva volevo gridare bastardi assassini…, l’ ho fatto ma a bassa voce. Sono passato davanti ho fatto qualche foto finchè non mi si avvicina un militare che mi dice ” devi smetterla di fare foto” Gli ho risposto che questo è il mio paese e io faccio le foto che mi pare e piace, con una certa sfida, e a quel punto ha capito che non sono un straniero e ha desistito…Affan…. Avevo appuntamento con Sleh freedom, fratello di Nefissa Labidi,ci siamo incontrati e messi d’ accordo per raggiungerlo a casa. Dovevo andare a fare una intervista a Tounivisions, una televisione online. Ho percorso una decina di km. per arrivare. La vita scorre tranquilla, c’ è un po di monnezza per causa dello sciopero dei netturbini, mai paragonabile a Napoli. Nè avro visto un paio di tonnellate e non di più. Fatta l’intervista ho ripercorso la strada e mi sono diretto verso la casa di Sleh freedom,dove ho trovato una accoglienza generosa e gentile. Abbiamo mangiato e gli ho spiegato cosa sono venuto a fare e gli ho fatto una bella intervista. Più tardi è venuto a prendermi un amico conosciuto su Twitter, che mi ha portato al Circolo Italo Tunisino della capitale: lì si incontra tutto il gruppo Twitter, europei africani tunisini tutti insieme a godersi la compagnia e la birra, un ambiente sereno, di lavoratori studenti gente impegnata e attiva…non hanno nulla da invidiare all’Occidente!

foto da questo link
Ho incontrato Aziz Amami con cui mi sono trattenuto un po’ per spiegargli il mio Progetto Tunisia.

Gli ho strappato la promessa di un incontro per un’ intervista. Dalla periferia, dove sono stato da Sleh, sono sceso di nuovo nella capitale avevo un rendezvous con un amico Majdi Calboussi. Colazione in avenue Abib Bourguiba e dopo un’ ora siamo andati a pranzo. Due interviste: la prima a un’ amica francese che lavora da cinque mesi per la Fao e un’ altra per un attivista molto deciso a non lasciare fiato a chi pensa di riportarci indietro. Domani partirò per Zaghouan dove incontrerò amici di Ben Hammouda. Credo che la capitale sia meno importante del resto del paese, così mi stanno dicendo tutti, perchè la rivoluzione ha fatto scoprire ai benestanti capitolini, che in certe zone del Paese si sta veramente male, ma non nascondono di ammirarli e rispettarli perchè grazie a loro è successo quello che tutti sappiamo!”.

Non smettiamo di ascoltarci e passare: l’Amico Mohamed Ben Hammouda, tramite Facebook e ora con skype e a cui fa riferimento sopra Mounir, mi ha inviato questo messaggio: “Oggi Mounir dovrebbe andare a Zaghouan, la mia città natale, verrà accolto da alcuni amici (particolarmente da Gaddour H’niya e i ragazzi di “Errahba”), sto cercando di mettermi in contatto con loro e, come al solito, chi ha notizie le metterà a disposizione di tutti. Ieri c’è stato un commovente concerto dei PedroNavaja al circolo Trasta di Bolzaneto a Genova, abbiamo festeggiato il Tour di Mounir e anche il viaggio di Vik, perché, come succede a Ghaza, la morte di ogni figlio della Palestina si trasforma da una disgrazia in una festa, si festeggia l’avvicinamento alla libertà ogni volta che c’è un martire. Un abbraccio forte… Anch’io ti voglio bene, davvero tanto bene!”. Aggiunge poco fa: @ ho appena sentito Mounir, è partito verso Zaghouan, ha già percorso circa 20 Km, sta godendo la primavera ed i colori della natura verso la figlia del “Djebel” …

Goodbike Mounir, con Vik nel cuore,e la Libertà per sempre, dovunque. Basta Muri. LIBERTA’ DI SPOSTAMENTO.
RESTIAMO UMANI.

Doriana Goracci

La foto è stata dedicata a Vittorio Arrigoni, da Lapisanplus: http://lapisanplus.blogspot.com/2011/04/vittorio-arrigoni.html

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