EUROPA E SCAFISTI

Non trovo che le dichiarazioni di Maroni “Ma che ci stiamo a fare in Europa?” siano poi così sopra le righe nel momento in cui in alcune capitali europee si insiste a non voler ascoltare i problemi dell’Italia in materia di immigrazione. Dimenticati purtroppo i valori etici che l’hanno fondata, l’Europa non deve essere solo unione monetaria (dove peraltro l’Italia paga moltissimo, compreso i salvataggi di alcuni paesi) ma anche per fissare atteggiamenti comuni in politica estera, nella difesa, nell’applicazione dei trattati e anche nella politica migratoria che non deve essere a carico di singoli paesi ma, appunto, un problema comune.

Allo stesso modo credo sia ora di indagini molto più serie sul traffico di carne umana impiantato nel canale di Sicilia: non è concepibile che gli scafisti quasi sempre la facciano franca, che non ci sia un controllo sulla mafia tunisina che si allarga sul continente, sulla tratta dei barconi e degli esseri umani presi a bordo.

E’ ora che pattugliatori europei intercettino i barconi in alto marte, verifichino chi c’è a bordo e – se non si tratta di casi politici – li riaccompagni indietro ai limiti delle acque territoriali di partenza. Solo se si spargerà la voce che in Europa si entra con le carte a posto o per documentati motivi di persecuzione politica diminuirà la tratta degli schiavi e non converrà più tentare la traversata, oggi pagata pur rischiando la vita. Non ci sono altre strade per arginare e regolare gli arrivi e di queste cose l’Europa non può più far finta di nulla.

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