SENATO: ASCIUTTI, NESSUN DECRETO OMNIBUS E SU ‘SALVA-PARMALAT’ DECIDERA’ L’AULA

di Dario Caselli

Approda oggi nell'Aula del Senato il cosiddetto decreto legge “omnibus”, un provvedimento che contiene una serie di disparate questioni che non hanno trovato posto nei precedenti disegni di legge approvati. Un decreto che però, come tiene a precisare il relatore Franco Asciutti, è “un pò meno omnibus degli altri. In fin dei conti ci sono soltanto 7 questioni fondamentali e certamente dall'Aula non ci saranno interventi per ampliarlo ma piuttosto per ridurlo”.

Senatore, allora non dobbiamo temere un decreto 'monstre' con dentro di tutto e di più?
“Per carità, non accadrà nulla di simile. Questo è un decreto, e mi si passi l'espressione, 'miniomnibus' e non omnibus. Saremo ligi a quelle che sono state le indicazioni del presidente della Repubblica e quindi il provvedimento rimarrà così come è, senza grandi cambiamenti”.

Ma quali sono i punti chiave del decreto?
“In primo luogo c'è la questione dei fondi Fas per Pompei. Tutti sappiamo che purtroppo utilizziamo solo il 9 per cento dei fondi europei per la cultura. Sarebbe ora che attingessimo di più. Attraverso questo decreto introduciamo un programma specifico al fine di utilizzare quanto più possibile questi finanziamenti. Inoltre per Pompei si stabilisce un piano speciale di interventi con assunzioni ed accorciamento delle procedure per abbattere le lentezze burocratiche ed agire con maggiore tempestività sia sul sito archeologico stesso sia sulle aree limitrofe. Infatti dobbiamo pensare che lo sviluppo di Pompei non può limitarsi solo agli scavi ma deve interessare le aree esterne che, purtroppo, finora sono state abbandonate”.

Tra le novità c'è anche l'aumento dei fondi destinati allo spettacolo…
“Appunto. Il rimpinguamento dei Fondi Fus per lo spettacolo fino al 2010 è stato fissato ad oltre 400 milioni, mentre prima erano fermi a 258 milioni. Questo è importante perchè le fondazioni possono avere una prospettiva di lavoro di lungo periodo dato che si stabilisce la triennalità del finanziamento. In questo modo sarà possibile fare dei preventivi triennali e quindi programmare”.

Tra i punti chiave c'è anche la norma cosiddetta 'salva-Parmalat'…
“Ci sono alcuni emendamenti dell'opposizione e di qualche esponente della maggioranza in questo senso. Per il momento comunque è prematuro fare una previsione, cioè molto dipenderà dalla discussione in Aula e soprattutto dall'atteggiamento del governo”.

Vuol dire che potrebbe saltare la norma?
“Al momento non ci sono certezze, quello che è sicuro che stiamo guardando molto all'esperienza francese ma che comunque il risultato sarà differente. La Cassa Depositi e Prestiti, ed è di questo che stiamo parlando, ha un suo patrimonio significativo ed è chiaro che potrà attingere da lì per intervenire sul mercato. Ma ripeto sarà l'Aula a decidere”.

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